18 Giugno 2013

Blaise Pascal. Filosofia e Religione. Lezione marzo 2020

Filed under: FILOSOFIA RELIGIONE,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 09:25
  1. Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662) è stato un matematico, fisico, filosofo e teologo francese.

Bambino prodigio, fu istruito dal padre. I primi lavori di Pascal sono relativi alle scienze naturali e alle scienze applicate. Contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Egli ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto per ampliare il lavoro di Torricelli. Pascal scrisse importanti testi sul metodo scientifico.

 

A sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva e dal 1654 lavorò con Pierre de Fermat sulla teoria delle probabilità che influenzò fortemente le moderne teorie economiche e le scienze sociali. Dopo un’esperienza mistica seguita ad un incidente in cui aveva rischiato la vita, nel 1654, abbandonò matematica e fisica per dedicarsi alle riflessioni religiose e filosofiche. Morì due mesi dopo il suo 39º compleanno, nel 1662, dopo una lunga malattia che lo affliggeva dalla fanciullezza.

Ecco una sintesi della grandezza e della miseria dell’uomo secondo Blaise Pascal

Nella sua opera Pensieri, Blaise Pascal esplora la natura paradossale dell’essere umano, sospeso tra la grandezza e la miseria. Questa dualità è centrale alla sua comprensione della condizione umana.

Grandezza:

Canna Pensante: Pascal afferma: “L’uomo non è che una canna, la più fragile della natura; ma è una canna pensante”. La nostra grandezza risiede nella nostra capacità di pensare, nella nostra coscienza. A differenza dell’universo immenso che può schiacciarci, noi siamo consapevoli della nostra esistenza e della nostra mortalità. Questa consapevolezza ci eleva al di sopra dei semplici esseri fisici.

 Conoscenza della Miseria: Paradossalmente, la nostra grandezza si manifesta anche nella nostra capacità di riconoscere la nostra stessa miseria. “La grandezza dell’uomo sta nel sapersi miserabile”, scrive Pascal. Un animale è semplicemente infelice, ma l’umanità ha la capacità unica di comprendere e ammettere la propria infelicità. Questa autoconsapevolezza è un segno della nostra capacità intellettuale e spirituale.

Aspirazione alla Felicità e alla Verità: Nonostante i nostri limiti, gli esseri umani possiedono un desiderio innato di felicità e di verità. Questa aspirazione, anche se spesso frustrata, indica una natura superiore e un potenziale per qualcosa che va oltre il nostro stato attuale.

 Ragione e Intelletto: La nostra capacità di ragionare, di comprendere il mondo che ci circonda e di fare scoperte scientifiche e filosofiche dimostra la nostra grandezza intellettuale.

Miseria: Fragilità e Mortalità: Siamo fisicamente deboli e soggetti alla morte. Un semplice vapore o una goccia d’acqua possono porre fine alla nostra vita, evidenziando la nostra esistenza precaria nell’immensità dell’universo.

 Ignoranza e Incertezza: Nonostante la nostra capacità di ragione, siamo fondamentalmente ignoranti di molte cose, inclusa la natura ultima della realtà, il significato della vita e il nostro destino. Siamo tormentati dal dubbio e dall’incertezza.

Wretchedness e Corruzione (Meschinità e Corruzione): Pascal credeva che l’umanità fosse decaduta, segnata dal peccato originale. Questa corruzione intrinseca porta al nostro egoismo, alla nostra propensione al vizio e alla nostra incapacità di raggiungere costantemente la vera felicità.

 Inquietudine e Diversione (Divertissement): Spesso non riusciamo a trovare pace e contentezza nella solitudine. Invece, cerchiamo distrazioni e “divertissement” per sfuggire alla consapevolezza della nostra miseria e alle domande fondamentali dell’esistenza. Questo costante bisogno di stimoli esterni rivela il nostro disagio interiore.

 Contraddizioni: Siamo un insieme di contraddizioni: desideriamo la felicità ma perseguiamo piaceri fugaci, possediamo la ragione ma siamo spesso guidati dalle passioni, siamo consapevoli della nostra grandezza ma costantemente confrontati con i nostri limiti. Pascal si chiede celebremente: “Che chimera è dunque l’uomo! Che novità, che mostro, che caos, che soggetto di contraddizione, che prodigio! Giudice di tutte le cose, imbecille verme di terra; depositario della verità, cloaca di incertezza e di errore; gloria e rifiuto dell’universo!”.

L’Interazione tra Grandezza e Miseria:

Per Pascal, la natura umana non è semplicemente l’una o l’altra, ma un’interazione complessa e dinamica tra queste due forze opposte. La nostra grandezza ci rende consapevoli della nostra miseria, e la nostra miseria ci ricorda il nostro potenziale per qualcosa di più grande. Questa tensione è la caratteristica distintiva della condizione umana.

L’analisi di Pascal lo porta infine a suggerire che questa intrinseca contraddizione può essere risolta solo attraverso la fede in Dio e la comprensione cristiana della natura umana decaduta ma redimibile. Egli sostiene che solo riconoscendo la nostra dipendenza da un potere superiore possiamo veramente comprendere il nostro posto nell’universo e trovare un significato e una felicità duraturi.

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