22 Dicembre 2014

Papa: 15 malattie dell’umanità

Filed under: articoli,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 23:24

Ecco le malattie che il Papa, nella udienza alla curia per gli auguri di Natale, ha elencato e analizzato invitando alla riflessione, alla penitenza e alla confessione, in questi giorni che separano dal Natale.

La prima é la “malattia del sentirsi immortali, immuni da difetti, trascurando i controlli” un corpo che non fa “autocritica, non aggiorna e non cerca di migliorarsi, è un corpo infermo”. Il Papa ha suggerito una “ordinaria visita ai cimiteri, dove vediamo i nomi di tante persone che si consideravano immuni e indispensabili”.

Questa malattia, ha commentato il Papa, “deriva spesso dalla patologia del potere, dal narcisismo che guarda la propria immagine e non vede il volto di Dio impresso” negli altri, sopratutto “i più deboli”. “Antidoto a questa epidemia – ha suggerito il Pontefice – è la grazia di sentirci peccatori, e il dire ‘siamo servi inutili'”.

La secondo è la “malattia del martalismo, che viene da Marta, la malattia della eccessiva operosità”, di coloro che “si immergono nel lavoro trascurando inevitabilmente la parte migliore, il sedersi ai piedi di Gesù”. “Trascurare il necessario riposo – ha ammonito – porta allo stress e alla agitazione” un “tempo di riposo da trascorrere con i familiari è necessario”, come necessario è “rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica”, ricordando quanto dice il libro del biblico del Quelet, ‘c’è un tempo per ogni cosa’”.

La terza: “malattia dell’impietrimento mentale e spirituale”, “il cuore di pietra e duro collo di coloro che strada facendo perdono serenità interiore audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche e non uomini di Dio”, “è pericoloso perdere la sensibilità umana, ed è la malattia di coloro che perdono i sentimenti di Gesù, il cuore col tempo si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il padre e il prossimo, essere cristiani infatti – ha ricordato il Papa – significa avere gli stessi sentimenti di distacco, donazione e generosità di Gesù”.

La quarta è la “malattia della eccessiva pianificazione e funzionalismo, quando l’apostolo – ha osservato papa Bergoglio – pianifica tutto minuziosamente e crede che le cose progrediscono diventando così un contabile e un commercialista: preparare tutto e bene è necessario, ma senza voler mai richiudere e pilotare la libertà dello Spirito che è più generosa di ogni pianificazione”. “Si cade in questa malattia – ha denunciato papa Francesco – perché è più comodo adagiarsi nella proprie posizioni immutate”, voler “regolare e addomesticare lo Spirito Santo che è freschezza fantasia, novità”.

La successiva malattia in agguato per ogni chiesa, curia e gruppo di fedeli elencata dal Papa, la quinta, é la “malattia del mal coordinamento: quando i membri perdono coordinamento tra loro” la curia diventa “un’orchestra che produce chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo Spirito di grazia”. Qui il Papa ha esemplificato parlando tra l’altro della “testa che dice al braccio ‘comando io'”.

La sesta é la “malattia dell’alzheimer spirituale, la dimenticanza della storia della salvezza, della storia personale con il Signore, del primo amore: si tratta – ha spiegato papa Francesco – di un declino progressivo delle facoltà spirituali” che “in un tempo più o meno lungo” rende la persona o il gruppo “incapace di un’attività autonoma, in uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie: lo vediamo – ha rimarcato – in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore, dipendono dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie, che costruiscono intorno a sé dei muri e delle abitudini e diventando sempre di più schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani”.

La settima é “la malattia della vanità e vanagloria” di chi vede solo “l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificienza come vero obiettivo della vita, dimenticando le parole di san Paolo”, e qui il Papa ha citato l’invito paolino a non considerare gli altri secondo il proprio interesse. “Questa malattia – ha denunciato il Pontefice davanti alla curia – ci porta ad essere uomini e donne falsi e a vivere un falso misticismo e un falso pietismo san paolo ‘nemici della croce di cristo’ perché si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi”.

L’ottava è la “malattia della schizofrenia esistenziale: avere una doppia vita frutto della ipocrisia del mediocre” e “del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare, coloro che abbandonando il servizio pastorale si limitano a pratiche burocratiche, vivono in un loro mondo parallelo dove mettono da parte ciò che insegnano agli altri e iniziano una vita dissoluta”. “La conversione per questa gravissima malattia – ha rimarcato il Papa dopo una frazione di silenzio – è urgente indispensabile”.

La nona malattia è quella “di chiacchiere, mormorazioni pettegolezzi, ne ho parlato tante volte – ha ricordato – ma non è mai abbastanza: è grave, inizia magari per fare due chiacchiere, e si impadronisce della persona facendola diventare seminatrice di zizzania come Satana”. Questa malattia è “delle persone vigliacche, che non avendo il coraggio di parlare direttamente, parlano dietro le spalle”, e anche a questo proposito il Papa ha citato san Paolo con il suo invito a agire senza mormorare, ed essere irreprensibili e puri. “Guardiamoci – ha ancora esortato papa Francesco – dal terrorismo delle chiacchiere”.

La decima è “la malattia di divinizzare i capi, di coloro che corteggiano i superiori sperando di ottenere la benevolenza. Sono vittime di carrierismo e opportunismo, onorano le persone e non Dio, sono persone meschine, infelici, ispirate solo dal proprio fatale egoismo. Questa malattia – ha osservato papa Bergoglio – potrebbe anche colpire i superiori quando corteggiano loro collaboratori per averne lealtà e dipendenza. Ma il risultato finale – ha sottolineato con forza – è una vera complicità”.

L’undicesima: “la malattia dell’indifferenza verso gli altri, quando ognuno pensa solo a se stesso e perde la sincerità dei rapporti umani, quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sé invece di condividerla positivamente con gli atri, quando per gelosia o scaltrezza si prova gioia nel vedere altro cadere invece di incoraggiarlo e rialzarlo”.

La dodicesima è “la malattia della faccia funerea, delle persone burbere e arcigne che ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia e trattare gli altri, soprattutto quelli ritenuti inferiori, con rigidezza e arroganza”. La “severità teatrale e pessimismo sterile sono spesso sintomo di insicurezza di sé” ha detto il Papa, che ha invitato a “sforzarsi di essere una persona entusiasta e allegra che trasmette gioia: un cuore pieno di Dio è felice e contagia con la gioia attorno a sé; non perdiamo quello spirito gioioso, pieno di humour e persino autoironico che ci rende persone anche nella situazioni difficili. Quanto bene ci fa una buona dose di santo umorismo e ci farà bene recitare spesso la preghiera di Thomas Moore: io la prego tutti i giorni, mi fa bene”.

La tredicesima malattia, ha spiegato Bergoglio, è quella “dell’accumulare, di chi cerca di riempire un vuoto esistenziale accumulando beni materiali, non per necessità ma solo per sentirsi sicuro”. Il Papa ha ribadito che “il sudario non ha tasche”, cioè che morendo non ci si porta dietro niente “e – ha sottolineato – tutti i tesori terreni, anche se sono regali, non riempiranno quel vuoto”. “A queste persone – ha aggiunto il pontefice – il Signore ripete ‘tu dici sono ricco, non ho bisogno di niente, ma non sai di essere un povero cieco’. L’accumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente”. Ha quindi raccontato un aneddoto: “Un tempo – ha ricordato – i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la ‘cavalleria leggera della Chiesa; ebbene, un giovane gesuita che doveva traslocare e stava sistemando il suo bagaglio, tanti regali, oggetti, si sente dire da un vecchio gesuita saggio, ‘questa sarebbe la cavalleria leggera della Chiesa?’ I nostri traslochi”.

Quattordicesima malattia quella “dei circoli chiusi, dove la appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al corpo e a Cristo stesso. Anche questa inizia sempre da buone intenzioni, ma con il passare del tempo schiavizza diventando un cancro” che causa tanto male e scandali, specialmente ai nostri fratelli più piccoli. La autodistruzione o il fuoco amico dei commilitoni è il pericolo più subdolo”: ‘ogni Regno bene diviso in se stesso va in rovina’”.

Infine, “l’ultima malattia – ha detto Bergoglio alla curia romana – è quella del profitto mondano, degli esibizionismi, quando l’apostolo trasforma il suo servizio in potere e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani, o per ottenere più potere”. E’ la malattia “delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per questo capaci di calunniare, diffamare e screditare gli altri, persino su giornali e riviste, naturalmente per esibirsi e mostrarsi più capaci degli altri. Fa male al corpo – ha sottolineato il Pontefice – perché porta a usare qualsiasi scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza”. E a questo punto il Papa ha raccontato del prete che chiamava i giornalisti per spiattellargli i difetti dei confratelli, e lo ha chiamato “poverino”.

21 Dicembre 2014

CONCERTO DI NATALE PICCOLO CORO DEL MONTALE 22 DICEMBRE 2014

Filed under: Piccolo coro del Montale,piccolocoromontale — giacomo.campanile @ 21:46

SCALETTA CONCERTO DI NATALE PICCOLO CORO DEL MONTALE 22 DICEMBRE 2014

INNO DEL MONTALE TM G.CAMPANILE

RE                   LA
Rit. E se mi sei vicino
SI-
Ti prendo per la mano
SOL
Per camminare insieme a te
RE               LA             SI-           RE
Noi siamo studenti del Montale
SOL                 LA
Amiamo la verità
RE            LA          SI-       RE
cerchiamo la vera libertà
SOL                  LA
Facciamo solidarietà

Rit.

Noi siamo studenti del Montale

Costruiamo una nuova civiltà

Verso il futuro noi guardiamo

Nella speranza noi viviamo

1. Nella notte tutta luce

TONALITA DI DO. DO LA- RE- SOL

Nella notte tutta luce per noi nato è il Salvator.

“Gloria in cielo pace in terra” acclamiamo il Dio d’amor.

Rit.: Gloria in excelsis Deo, Gloria in excelsis Deo!

O Signore, ci hai ridato innocenza e verità;

Ti rendiamo grazie e lode, Fonte eterna di bontà.

Rit.: Gloria in excelsis Deo, Gloria in excelsis Deo!

la tua pace, o Redentore, dono sia del tuo Natal,

il più caro e salutare per l’intera umanità

Rit.: Gloria in excelsis Deo, Gloria in excelsis Deo!

2. Bianco Natale

TONALITÀ DI LA. LA MI RE

Quel lieve tuo candor, neve,
discende lieto nel mio cuor.
Nella notte santa il cuor esulta
d’amor, è Natale ancor.
E viene giù dal ciel lento,
un dolce canto ammaliator
che ti dice “Spera anche tu.”
È Natale, non soffrire più.
Oh…oh oh oh oh

3.  Astro del ciel

TONALITÀ DI LA. LA MI RE

Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu che i Vati da lungi sognar, tu che angeliche voci nunziar,
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!
luce dona alle genti, pace infondi nei cuor!

4. Adeste Fideles

TONALITÀ DI DO

Adeste Fideles, Laeti triumphantes, Venite, venite in Bethlehem
Natum videte, Regem angelorum, Venite adoremus Dominum
Cantet nunc io,  Chorus angelorum
Cantet nunc aula caelestium
Gloria, gloria, In excelsis Deo
Venite adoremus, Dominum

5. Tu scendi dalle stelle

TONALITA DI LA. LA MI RE

Tu scendi dalle stelle o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar.
O Dio beato!
Ah! Quanto ti costò l’avermi amato.
Ah! Quanto ti costò l’avermi amato.

A te che sei del mondo il Creatore,
mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Mancano i panni e il fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto, quanta questa povertà
più mi innamora, giacchè ti fece amor povero ancora.
Giacchè ti fece amor povero ancora.

6. Viva Gesù (Testo e musica di G.Campanile)

TONALITA DI DO. DO MI FA SOL

Viva Gesù, viva Gesù

Viva Gesù, oggi è nato

Mille le stelle che brillan lassù

Una sola è scesa tra noi

Ci porta alla culla di un Dio bambino

Il redentore è nato per noi

Rit.

I tre re magi son giunti alla grotta

Si son prostrati per sempre ai suoi piedi

Hanno recato i doni antichi

Della promessa oro incenso e mirra

Rit.

Lode a Gesù osanna al Signore

al Figlio di Dio la gloria in eterno

Lode a Gesù osanna al Signore

al Figlio di Dio la gloria in eterno

7. We Wish You A Merry Christmas

TONALITÀ DI RE.

We wish you a Merry Christmas;
We wish you a Merry Christmas;
We wish you a Merry Christmas and a Happy New Year.
Good tidings we bring to you and your kin;
Good tidings for Christmas and a Happy New Year.

8. Oh Happy Day

TONALITA DI DO

Oh happy day, oh happy day

When Jesus washed, oh when He washed

When Jesus washed, He washed my sins away (oh happy day), Oh happy day

Oh happy day, oh happy day

When Jesus washed, oh when He washed

When Jesus washed, He washed the sins away (oh happy day), Oh happy day (Coro)

He taught me how to watch and pray, watch and pray

and we’ll rejoice everyday, everyday

Oh happy day, oh happy day

When Jesus washed, oh when He washed

When Jesus washed, He washed the sins away (oh happy day), Oh happy day

oh happy day, oh happy day
when Jesus washed, oh really washed
when Jesus washed, he washed my sins away
all right. I’m talking about a happy day

he taught me how to wash
fight and pray, fight and pray
and he rejoices every
everyday, everyday

he taught me how to wash
fight and pray, fight and pray
and he rejoices every, everyday
happy day!

9 JINGLE BELL

TONALITA DI RE

Dashing through the snow

In a one-horse open sleigh

Through the fields we go

Laughing all the way

Bells on bob-tail ring

Making spirits bright

What fun it is to ride and sing

A sleighing song tonight

Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,

Oh what fun it is to ride

In a one-horse open sleigh,

O Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,

Oh what fun it is to ride

In a one-horse open sleigh.

9. Last Christmas

Last Christmas
I gave you my heart
But the very next day you gave it away
This year
To save me from tears
I’ll give it to someone special

[CHORUS:]

Once bitten and twice shy
I keep my distance
But you still catch my eye
Tell me baby
Do you recognize me?
Well
It’s been a year
It doesn’t surprise me
I wrapped it up and sent it
With a note saying “I love you”
I meant it
Now I know what a fool I’ve been
But if you kissed me now
I know you’d fool me again

[CHORUS]

A crowded room
Friends with tired eyes
I’m hiding from you
And your soul of ice
My god I thought you were
Someone to rely on
Me?
I guess I was a shoulder to cry on

A face on a lover with a fire in his heart
A man under cover but you tore me apart
Now I’ve found a real love you’ll never fool me again

10. So this is Christmas

So this is Christmas. And what have you done

Another year over. And a new one just begun

And so this is Christmas. I hope you have fun

The near and the dear one.The old and the young

A very merry Christmas. And a happy New Year

Let’s hope it’s a good one. Without any fear

And so this is Christmas. For weak and for strong

For rich and the poor ones. The world is so wrong

And so happy Christmas. For black and for white

For yellow and red ones. Let’s stop all the fight

A very merry Christmas. And a happy New Year

Let’s hope it’s a good one. Without any fear

And so this is Christmas. And what have we done

Another year over. And a new one just begun

And so this is Christmas. I hope you have fun

The near and the dear one. The old and the young

A very merry Christmas. And a happy New Year

Let’s hope it’s a good one. Without any fear

War is over. If you want it

War is over. Now…

15 Dicembre 2014

Madonna dei palafrenieri di Caravaggio

Filed under: LEZIONI 2014-15 — giacomo.campanile @ 11:26

Madonna dei palafrenieri è un dipinto a olio su tela (292×211 cm) realizzato nel 1606 dal pittore italiano Caravaggio. È conservato nella Galleria Borghese di Roma.

Il quadro mostra Maria ed il Bambino mentre schiacciano il serpente del peccato originale, alla presenza di Sant’Anna.

L’opera venne commissionata all’artista dalla Arciconfraternita dei Parafrenieri Pontifici ed era destinata all’altare della loro cappella nella nuova basilica di San Pietro, dove avrebbe dovuto sostituire un vecchio dipinto (oggi conservato nella Sagrestia Vecchia), non più compatibile con le dimensioni del rinnovato allestimento dell’altare. Nella sua sede originaria rimase però solo pochi giorni, perché l’opera fu poi trasferita nella chiesa di Sant’Anna dei Palafrenieri. La commissione al Caravaggio risale al 31 ottobre 1605.

Al momento della realizzazione dell’opera, per la quale ricevette un compenso di 70 scudi, Caravaggio si trovava a casa dell’amico giureconsulto Andrea Ruffetti.

Il dipinto venne rifiutato dai committenti, perché fece scandalo il Bambino, troppo cresciuto per essere ritratto completamente nudo; inoltre, fecero scandalo la scollatura abbondante della Madonna e la modella scelta per quest’ultima, Lena, che era una nota prostituta (aveva posato anche per la Madonna dei Pellegrini).

Secondo alcuni studiosi[1] il vero motivo che provocò il rifiuto dell’opera è da ricercarsi nell’atteggiamento distaccato di Sant’Anna.

Vi era una disputa tra Cattolici e Protestanti su una diversa interpretazione del Vecchio Testamento sull’atto di schiacciare il serpente; secondo i Cattolici doveva essere Maria; secondo i protestanti Gesù. Nel 1566 Pio V risolse la questione riconoscendo questo ruolo ad entrambi. Tuttavia i Cardinali vollero vedere nel dipinto di Caravaggio un eccessivo coinvolgimento di Gesù nell’uccidere il serpente tanto da considerare l’opera eretica. Bisogna considerare che la disputa su chi fosse l’uccisore del serpente era terminata da pochi anni e non tutti i cardinali erano d’accordo con l’interpretazione fatta da Pio V.

L’opera venne quindi venduta per 100 scudi alla famiglia Borghese

Madonna dei palafrenieri

12 Dicembre 2014

PASSWORD

Filed under: PASSWORD — giacomo.campanile @ 09:56

PASSWORD 2014

10 Dicembre 2014

DISEGNI NATALE

Filed under: DISEGNI — giacomo.campanile @ 10:28

 

 

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9 Dicembre 2014

Santa Lucia. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa che ne onorano la memoria il 13 dicembre.Lezione dicembre 2020

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 08:56

Andrea Bocelli – Santa Lucia

Lucia di Siracusa, conosciuta come santa Lucia, è stata una martire cristiana di inizio IV secolo durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa che ne onorano la memoria il 13 dicembre.

SANTA LUCIA ~ storia e tradizione

Il Natale solitamente è collegato a Babbo Natale ed alle sue imprese per recapitare i regali ai bambini. In tanti paesi del nord Italia e del nord Europa è invece Santa Lucia a fare le veci di Babbo Natale: il giorno in cui si festeggia Santa Lucia è il 13 dicembre e sono legate a lei tradizioni e leggende molto particolari.
Se siete curiosi leggete il materiale che abbiamo raccolto in questa pagina.

La storia di Santa Lucia
Siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa. Lucia è una giovane donna di una buona famiglia, fidanzata ad un concittadino e destinata ad un buon futuro di moglie e madre. La mamma si ammala e Lucia si reca in preghiera a Catania, sulla tomba di Sant’Agata, per invocarne la guarigione. Qui la Santa le appare e le chiede di dedicare la sua giovane vita all’aiuto dei più poveri e deboli, predicendole il martirio.

Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento, e decide di andare tra i poveretti che stanno nelle catacombe, con una lampada alla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato non comoprende, si arrabbia e decide di vendicarsi, denunciando pubblicamente quella che avrebbe dovuto essere la sua futura sposa, con l’accusa di essere cristiana. Sono anni di persecuzione dei cristiani, sotto l’imperatore Diocleziano.

Lucia ammette e ribadisce la sua fede, irremovibile anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito. Al momento di portarla via, l’esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morte.

Prima di morire riesce a ricevere l’Eucaristia e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la cessazione delle persecuzioni entro breve. Entrambi i fatti si verificano nel giro di pochi anni.

Le tradizioni di Santa Lucia
In alcuni luoghi Santa Lucia viene festeggiata e fa le veci di Babbo Natale.
In alcune regioni del nord Italia, come il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Emilia e il Veneto esiste una tradizione legata alla Santa, il 13 dicembre, giorno della sua morte. I bambini le scrivono una letterina, dicendo che sono stati buoni e si sono comportati bene per tutto l’anno, e chiedendo in regalo dei doni. Preparano del cibo e delle carote sui davanzali delle finestre, per attirare la Santa e il suo asinello e poi vanno a letto perché se la Santa arriva e li trova alzati lancia loro della cenere o della sabbia negli occhi e li acceca.
In Svezia e in Danimarca è abitudine che la mattina del 13 dicembre la figlia primogenita si vesta con una tunica bianca e una sciarpa rossa in vita e, con il capo coronato da un intreccio di rami verde e sette candeline, porti caffè, latte e dolci ai famigliari ancora a letto, accompagnata dalle sorelle più piccolo vestite con tunica e cintura bianche.

5 Dicembre 2014

Orario

Filed under: ORARIO 2014-15 — giacomo.campanile @ 09:43

ORARIO 2014-15

1 Dicembre 2014

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AL PARLAMENTO EUROPEO

Filed under: LEZIONI 2014-15,PAPA FRANCESCO — giacomo.campanile @ 11:41

VISITA DEL SANTO PADRE

AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO D’EUROPA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AL PARLAMENTO EUROPEO

Strasburgo, Francia

Martedì, 25 novembre 2014

Speranza nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita.

La “dignità” è una parola-chiave che ha caratterizzato la ripresa del secondo dopo guerra. La nostra storia recente si contraddistingue per l’indubbia centralità della promozione della dignità umana contro le molteplici violenze e discriminazioni, che neppure in Europa sono mancate nel corso dei secoli.

Oggi, la promozione dei diritti umani occupa un ruolo centrale nell’impegno dell’Unione Europea in ordine a favorire la dignità della persona, sia al suo interno che nei rapporti con gli altri Paesi.

Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere? Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, che non ha il lavoro che lo unge di dignità?

Promuovere la dignità della persona significa riconoscere che essa possiede diritti inalienabili di cui non può essere privata ad arbitrio di alcuno e tanto meno a beneficio di interessi economici.

Il bene comune, a quel “noi-tutti” formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale

. Infatti, se il diritto di ciascuno non è armonicamente ordinato al bene più grande, finisce per concepirsi senza limitazioni e dunque per diventare sorgente di conflitti e di violenze.

Parlare della dignità trascendente dell’uomo, significa dunque fare appello alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso nell’universo creato

Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine, propria di chi è privo di legami.

si ricava un’impressione generale di stanchezza, d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace. Per cui i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni.

A ciò si associano alcuni stili di vita un po’ egoisti, caratterizzati da un’opulenza ormai insostenibile e spesso indifferente nei confronti del mondo circostante, soprattutto dei più poveri.

L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che – lo notiamo purtroppo spesso – quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati, dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere.

«è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza»

Prendervi cura della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone.

Occorre ricordare sempre l’architettura propria dell’Unione Europea, basata sui principi di solidarietà e sussidiarietà, così che prevalga l’aiuto vicendevole e si possa camminare, animati da reciproca fiducia.

Non si può tollerare che milioni di persone nel mondo muoiano di fame, mentre tonnellate di derrate alimentari vengono scartate ogni giorno dalle nostre tavole.

«quanto più cresce la potenza degli uomini tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità personale e collettiva»

Cari Eurodeputati, è giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che ruota non intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili; l’Europa che abbraccia con coraggio il suo passato e guarda con fiducia il futuro per vivere pienamente e con speranza il suo presente.

È giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l’umanità!

Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!

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