16 Giugno 2018

Obbligo dei docenti. 2018-21

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 07:25
  • Guida a: 40 + 40 ore per la partecipazione a collegi docenti, consigli di classe e scrutini

  • I permessi retribuiti dei docenti ex art.15, comma 2 del CCNL vigente non possono essere negati a nessun titolo

  • Finite le lezioni i D.S. non possono imporre ai docenti di andare a firmare o fare riunioni non programmate o mettere a posto armadietti o altre amenità del genere.

    Per quanto riguarda gli obblighi di servizio il riferimento per i docenti é sempre il CCNL, sia per gli insegnanti a tempo indetetminato sia per quelli a temlo determinato, supplenti annuali e tempotanei. L’ultimo contratto, siglato lo scorso aprile, nulla ha modificato sull’orario di servizio.

    Per gli insegnanti il contratto prevede attività di insegnamento , quelle funzionali all’insegnamento oltre alle attività facoltative aggiuntive, pagate con il Fis e che per quest’anno saranno retribuite unitamente al bonus premiale entro il 31 agosto.

    Per le attività aggiuntive c’è bisogno dell’assenso preventivo dell’insegnante e non possono essere imposte, da tali attività ci si può dimettere in qualsiasi momento.

    Le prime due tilologie di attività sono invece obbligatorie e quantificate dal contratto.

    Le attività di insegnamento si effettuano dall’inizio delle lezioni alla fine delle lezioni, inizio e fine previsti dal calendario scolastico o dal suo adattamento, le scuole possono anticipare solo la data di inizio delle lezioni ma non la fine, quest’anno le lezioni sono tetminate l’ 8 giugno in Campania e il 7 in Abruzzo, per i docenti della scuola dell’infanzia le lezioni terminano invece il 30 giugno. Per i docenti della scuola dell’infanzia l’obbligo contrattuale prevede n. 25 ore settimanali di lezione, 22+ 2 di programmazione settimanale per la scuola primaria e n. 18 ore per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Nei periodi di interruzione delle lezioni ad es.Natale e Pasqua non è previsto alcun obbligo, quando le lezioni sono sospese per forza maggiore, neve, elezioni, le ore di lezioni non devono essere recuperate in alcun modo. Mentre vanno sempre recupetate le frazioni orarie in attività di insegnamento, laddove l’unità oraria di lezione sia inferiore ai 60 minuti.

    Le attività funzionali di insegnamento, pure obbligatorie, sono quantificate dal contratto nazionale in 40 ore per i collegi dei docenti e per le sue articolazioni in gruppi e commissioni di lavoro ovvero per i dipartimenti e in 40 ore per i consigli di classe e interclasse . In tali attività ricadono altresì tutti i ricevimenti collegiali delle famiglie anche per la comunicazione degli esiti intermedi e finali degli alunni nonché l’aggiornamento obbligatorio deliberato nel piano annuale di aggiornamento in Collegio. Il numero delle ore è definito dal collegio non ci sono tetti imposti dal Miur. Se per motivi eccezionali si sfora il monte ore annuale, tale impegno aggiuntivo deve essere, motivato, quantificato e retribuito.

    Tali attività funzionali di insegnamento proprio oer evitate sforamenti con conseguenti rilievi contabili sono calendarizzate con una programmazione di massima all’interno di un programma annuale di attività, comunicato dal DS e deliberato dal Collegio dei docenti all’inizio di ogni anno scoladtico in uno dei primi collegi e possono essere espletate dall’1.9.per gli adempimenti di inizio anno fino al 30.6 per gli adempimenti di fine fino anno scolastico , ad es. il collegio dei docenti finale in cui si ratificano gli scrutini e relazionano le funzioni strumentali.

    Poi ci sono attività pure obbligatorie proprie della nostra funzione docente ma che non sono state quantificate dal contratto, ad esempio gli scrutini trimestrali o quadrimestrali, il ricevimento individuale delle famiglie ( genetalmente 1 h a settimana, un ora cosiddetta buca), la correzione dei compiti scritti, gli esami di passaggio o finali retribuiti nella scuola superiore ( esami di Stato).

    Poi sono previste fino a 6 ore di straordinario per sostituire i colleghi assenti, sono ore ovviamente pagate ma che non possono in alcun modo essere imposte.

    Concludendo le attività di insegnamento sono espletate solo e soltanto dall’inizio alla fine delle lezioni, fine e inizio definiti da calendario scolastico

    Le altre attività funzionali di insegnamento per un totale di 80 ore sono ad anno scolastico sono svolte dall’1.9 al 30.6: fine delle attività didattiche.

30 Maggio 2016

VALUTAZIONE STUDENTI 2016

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 07:27

Indicatori, frequenza e puntualità; comportamento (comprensivo del rispetto del Regolamento di Istituto e del Patto Educativo di Corresponsabilità), inteso come rispetto degli altri, adesione ai principi e alle regole di una convivenza civile e democratica, nonché come rispetto nell’utilizzo delle strutture e del materiale della scuola; partecipazione attiva alle lezioni, intesa come azione consapevole del proprio ruolo, collaborazione con insegnanti e compagni, apertura al confronto con opinioni e modelli diversi ;  impegno e costanza nel lavoro scolastico in classe e a casa Griglia I criteri di riferimento vengono declinati nella seguente griglia esplicativa: Voto Criteri di riferimento

9-10 Frequenza: assidua, rari ritardi e/o uscite anticipate motivate. Comportamento: corretto, propositivo, responsabile. Partecipazione: attenta, interessata, costruttiva; collaborazione, confronto, interazione proficua con compagni e docenti. Impegno: lodevole, costante, attenta cura del materiale scolastico; completezza, autonomia, puntualità nei lavori assegnati.

8 Frequenza: regolare, con assenze, uscite anticipate o ritardi saltuari. Comportamento: complessivamente corretto, in assenza di sanzioni disciplinari sul registro di classe. Partecipazione: interessata e costante; confronto ed interazione corretta con compagni e docenti. Impegno: assiduo; cura del materiale scolastico; puntualità nei lavori assegnati.

7 Frequenza: poco regolare, con assenze, uscite anticipate o ritardi ai limiti massimi degli ambiti consentiti dal Regolamento di Istituto; Comportamento: non sempre corretto, presenza di sanzioni disciplinari sul registro di classe, anche con allontanamento dalle lezioni, purché accompagnato dalla consapevolezza della propria mancanza, dalla volontà di rivedere il proprio comportamento e dalla mancata reiterazione dei comportamenti scorretti. Partecipazione: discontinua, a volte di disturbo, dispersiva. Impegno: limitato; poca cura del materiale scolastico; svolgimento non sempre puntuale dei lavori assegnati.

6 Frequenza: ricorrenti assenze, ritardi e/o uscite anticipate (salvo casi certificati) oltre i limiti massimi degli ambiti consentiti; Comportamento: scorretto e poco responsabile; sanzioni disciplinari sul registro della classe che hanno comportato più di una ammonizione del Dirigente Scolastico e/o l’allontanamento temporaneo dalla comunità scolastica, con scarsa/nulla consapevolezza della propria mancanza e/o marcata tendenza alla reiterazione dei comportamenti scorretti; promozione e organizzazione, con ruolo attivo, di iniziative che determinino grave turbativa e interruzione del servizio pubblico (occupazioni, agitazioni studentesche, assemblee non autorizzate, ecc.), ai danni dell’utenza scolastica; ripetute inosservanze delle norme vigenti e delle indicazioni fornite dalla dirigenza scolastica in relazione alla sicurezza, ai sensi del D.L.vo n. 81/2008 e al divieto di fumo. Partecipazione: nulla, assenza di attenzione, grave e ripetuto disturbo per la classe. Impegno: nullo, non esegue i compiti, non porta il materiale scolastico, si disinteressa completamente delle attività didattiche. Votazione insufficiente Si fa riferimento ai criteri stabiliti dall’ art. 4 del D.M. n. 5 del 16 gennaio 2009. e dall’art. 7 del DPR 122/2009. N.B. La valutazione del comportamento con voto inferiore a sei decimi deve essere motivata e deve essere verbalizzata in sede di scrutinio intermedio e finale.

9 Febbraio 2014

RIFORMA DELLA SCUOLA. ARTICOLI. 2016-20

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 08:40

Gli Insegnanti Devono Andare in Pensione Entro Massimo i 60 Anni

Economia religione e sviluppo demografico.

Politica e istruzione: il docente visto come impiegato

Studenti stressati

Calo demografico, parla Gotti Tedeschi

Il docente scappa dalla scuola: non vede l’ora di andare in pensione!

“Cristiani uccisi come polli, nessuno se ne accorge”
Dirigente scolastico e MIUR condannati a pagare una docente, circa 30mila euro, per mobbing

 

E se la crisi non fosse altro che un modo per ridurre la popolazione mondiale?

Meno didattica e tanti “progetti” inutili: così hanno distrutto la scuola

La nuova dittatura (gender incluso) spiegata dal filosofo Onfray

Io sono PTOF, figlio di POF, della tribù dei RAV

Sale lo stress dell’insegnanti: lezioni al mattino e riunioni al pomeriggio

http://www.orizzontescuola.it/news/bagnasco-cei-lora-religione-cultura-non-catechismo-non-seguiamo-pregiudizi

Cambiare i paradigmi dell’educazione

http://www.youtube.com/watch?v=SVeNeN4MoNU&feature=share

Ken Robinson parla del pensiero divergente e della necessità di ripensare il sistema scolastico

Lo studente medio odierno ha gli stessi livelli di ansia di un paziente psichiatrico negli anni ’50

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 08:38

http://www.youtube.com/watch?v=G166iPdoCHk&feature=share

Il mondo cambia in continuazione, ed a quanto pare lo società in questi ultimi 70 anni ha prodotto livelli di ansia astronomici.
In termini scientifici esistono 2 tipi di ansia: di stato e di tratto. L’ansia di stato si manifesta solo in relazione ad eventi specifici. L’ansia di tratto invece costituisce proprio un tratto della personalità, cioè: è sempre costantemente attiva. A quanto pare è proprio questo secondo tipo di ansia ad essere aumentata: ce lo dice uno studio pubblicato sul Journal of personal and social psychology, condotto su un campione di più di 50,000 studenti. I ricercatori hanno affermato che l’età scolastica è quindi una vera e propria età dell’ansia. La colpa sarebbe da attribuire al fatto che la società sta diventando sempre più individualistica, con sempre meno legami sociali tra le persone ed una troppo forte copertura mediatica.

28 Gennaio 2014

Insegnamento della Religione Cattolica e/o attività alternative: collocazione oraria, diritti e doveri dei docenti, programmazione attività. La Guida

Filed under: Religione,SCUOLA — giacomo.campanile @ 17:10

Chiarimenti e precisazioni sulle norme che regolano l’insegnamento della Religione Cattolica. Fermo restando che l’autonomia consente alle scuole di pensare la propria attività didattica in termini di flessibilità, occorre sottolineare che l’Irc è legato ad alcuni vincoli rigidi che devono garantire il rispetto di fondamentali principi giuridici espressamente indicati dal Concordato tra lo Stato Italiano e la Santa Sede. La Guida dell’USR Piemonte

a) l’Irc è disciplina curricolare e non può essere trasformata in disciplina complementare o extracurricolare; essa appartiene alla quota nazionale obbligatoria del curricolo nelle scuole di ogni ordine e grado;

b) la facoltatività dell’Irc è cosa ben diversa da quella degli insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi previsti dalla scuola dell’autonomia. Facoltativo per gli alunni, l’Irc non è facoltativo per lo Stato, che con la revisione del Concordato si è impegnato ad assicurarlo (Legge n. 121 del 25 marzo 1985, Art. 9.2).

c) l’Irc deve essere comunque assicurato in tutte le scuole e la sua facoltatività attiene solo alla facoltà di scelta di alunni e genitori, ma non la sua appartenenza strutturale all’ordinamento scolastico;

d) la collocazione oraria dell’Irc deve essere quella ordinariamente prevista per tutte le altre discipline, non potendosi attuare alcun trattamento diverso tale da porre in essere discriminazioni a carico degli alunni avvalentisi o non avvalentisi (Cfr. CM
n.9/91e D.P.R. n.175 del 20/08/2012 punto 2.1.a );

e) i docenti di Religione Cattolica fanno parte, con i medesimi diritti e doveri degli altri insegnanti, del Consiglio di Classe. Partecipano a pieno titolo alla valutazione finale degli alunni avvalentisi, alla determinazione del credito scolastico nel percorso per l’ammissione agli esami di stato..

In concreto l’Intesa ribadisce che la collocazione dell’Irc nell’orario delle lezioni “è effettuata dal Dirigente Scolastico sulla base delle proposte del Collegio dei docenti, secondo il normale criterio di equilibrata distribuzione delle diverse discipline nella giornata e nella settimana, nell’ambito della scuola e per ciascuna classe”. (DPR 175/12, 2.2.).

Si richiama l’attenzione sul contenuto della nota del MIUR – Dipartimento per l’Istruzione – prot. n. 2487 del 15 novembre 2013. La nota in questione prevede, innanzitutto, in mancanza di un espresso divieto nell’Intesa succitata, la possibilità di affidare l’insegnamento della religione cattolica ad uno stesso insegnante anche in più sezioni o classi in cui si trovi ad essere titolare di altri insegnamenti o attività educative. Inoltre, la nota n. 2487 ricorda che, sempre ai sensi della succitata Intesa, il dirigente scolastico è tenuto a sentire il parere dell’ordinario diocesano, che certamente può esprimersi anche in merito al numero effettivo di classi o sezioni in cui l’insegnamento della religione cattolica deve essere affidato al medesimo insegnante.

Infine, poiché l’affidamento dell’insegnamento della religione cattolica al docente di classe o sezione rappresenta una facoltà per il dirigente scolastico e non un obbligo, non sussiste in capo al docente interessato alcun diritto di ottenere tale insegnamento, ma solo la possibilità di manifestare la propria disponibilità

La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica viene esercitata dai genitori (o dagli studenti negli istituti di istruzione secondaria superiore), al momento dell’iscrizione ad uno dei corsi di studi delle istituzioni scolastiche, mediante la compilazione dell’apposita sezione on line. Tale scelta ha effetto per l’intero anno scolastico di prima iscrizione, ha valore per l’intero corso di studi e, comunque, in tutti i casi in cui sia prevista l’iscrizione d’ufficio. In ogni caso è fatto salvo il diritto di modificare tale scelta iniziale per l’anno scolastico successivo, esclusivamente su iniziativa degli interessati, tramite un’espressa dichiarazione che deve pervenire alla scuola entro il termine delle iscrizioni.

Nei confronti degli alunni/studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, devono essere posti in essere tutti gli adempimenti necessari per garantire il diritto di frequentare attività alternative (C.M. n. 18 del 4 luglio 2013). Per quanto concerne l’organizzazione delle attività alternative alla religione cattolica, si rinvia alle indicazioni contenute nella C.M. n. 316 del 28 ottobre 1987. Si evidenzia che la scelta specifica di attività alternative è operata, all’interno di ciascuna scuola, utilizzando il modello C (C.M. n. 28 del 10 gennaio 2014). Tale allegato deve essere compilato, da parte degli interessati, all’inizio dell’anno scolastico, in attuazione della programmazione di inizio anno da parte degli organi collegiali e trova concreta attuazione attraverso le seguenti opzioni possibili:

  • attività didattiche e formative;
  • attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente;
  • libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente (per studenti delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado);
  • non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica.

Per quanto concerne la programmazione delle attività alternative all’Irc sono escluse le attività curricolari comuni a tutti gli alunni (c.m. 368 del 85) ed è compito del collegio dei docenti (fatta eccezione per la scuola primaria, in cui spetta ai consigli di interclasse) assolvere tale adempimento all’inizio di ogni anno scolastico e comunque entro il primo mese dall’inizio delle lezioni ( CM 129/86).

I contenuti delle attività alternative non devono risultare discriminanti e, fermo restando il carattere di libera programmazione, il Ministero ha fornito alcuni orientamenti per queste attività. Le CM 129/86 e 130/86 propongono, per il primo ciclo, che tali attività, concorrenti al processo formativo della personalità degli alunni/allievi, siano volte “all’approfondimento di quelle parti dei programmi più strettamente attinenti ai valori della vita e della convivenza civile”(C.M. 129) e “all’approfondimento di quelle parti dei programmi di storia e di educazione civica più strettamente attinenti alle tematiche relative ai valori fondamentali della vita e della convivenza civile” (C.M. 130) . Tale suggerimento si estende e si specifica nell’ordine secondario dove la CM 131/86 aggiunge, per il secondo grado, “il ricorso ai documenti del pensiero e della esperienza umana relativa ai valori fondamentali della vita e della esperienza umana. La CM 316/87 precisa che il Collegio Docenti dovrà formulare precisi programmi e propone un modello di attività didattica sul tema dei Diritti dell’uomo. Ai docenti incaricati di tale attività dovrà essere raccomandato di prestare attenzione a non costituire, con le loro personali scelte didattiche, motivo di discriminazione tra avvalentesi e non avvalentesi.

Per quanto riguarda la valutazione l’OM 13/13 stabilisce che “I docenti di Religione Cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento, esprimendosi in relazione all’interesse con il quale l’alunno ha seguito l’insegnamento e al profitto che ne ha tratto. (art. 8, 13).

Analogamente, partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico i docenti delle attività didattiche e formative alternative all’insegnamento della religione cattolica. Detti docenti si esprimono sull’interesse manifestato e sul profitto raggiunto limitatamente agli alunni che abbiano seguito tali attività. (8.14).

Per le attività alternative non sono specificate modalità di valutazione (voti o giudizi) anche se, come previsto dalla nota MIUR 695 del 09/02/2012, i docenti di attività alternativa “partecipano a pieno titolo ai consigli di classe per gli scrutini periodici e finali …”.

Ai fini del credito scolastico è previsto che possano essere considerati anche i risultati conseguiti nello studio individuale a condizione che la scuola abbia individuato e deliberato specifiche modalità di valutazione e certificazione.

Per quanto riguarda l’individuazione dei docenti chiamati a svolgere l’insegnamento sulle attività alternative e i relativi aspetti retributivi si veda la nota MEF del 7/3/2011 Prot. n. 26482. Si richiama l’attenzione sull’obbligatorietà per la scuola di assicurare le attività alternative (C.M. 18/2013).

Gli alunni che scelgono di frequentare le attività alternative possono essere accorpati sia per classi parallele sia in senso verticale (C.M. 302/86).

Le SS.LL. sono invitate a provvedere con idonei strumenti di gestione e di verifica affinché anche per gli alunni che hanno optato per lo studio individuale, questo non si trasformi, nei fatti, in una “nessuna attività” con imponderabili rischi che potrebbero derivare da un’eventuale trascuratezza dell’obbligo di vigilanza nei confronti degli alunni non avvalentisi.

In ultimo si ricorda che, come precisato dalla C.M. telegrafica n.253 del 13.08.1987, l’esercizio del diritto di scelta se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica non può costituire criterio per la formazione delle classi e pertanto deve essere mantenuta l’unità della classe cui appartiene l’alunno.

15 Gennaio 2014

LA SCUOLA COME DOVREBBE ESSERE

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 22:52

Viene imposta agli studenti una progressione rigida rispetto alla quale non hanno alternative, al contrario, gli studenti hanno BISOGNO di libertà e responsabilità di costruire un proprio autonomo percorso. Ma non solo. Bisogna puntare moltissimo sullo sviluppo autonomo della personalità degli studenti e sull’empatia docente/discente, mentre in Italia si continua a far leva sull’autorità dell’insegnante e sullo spauracchio della bocciatura.

Più autonomia agli studenti
l’insegnamento è una maratona, non è uno sprint di 100 metri. E’ importante rallentare, in modo da poter completare con successo la corsa che dura un intero anno scolastico

26 Giugno 2012

Lettera a una professoressa

Filed under: SCUOLA — giacomo.campanile @ 20:37

Lettera a una professoressa è un libro di don Lorenzo Milani È stato pubblicato nel 1967 e ha avuto una grandissima importanza nella storia della scuola italiana in quanto ne ha messo sotto accusa, con molta severità, le contraddizioni.

ecco le proposte:

Leggere i giornali tutti i giorni
• Ricerche e approfondimenti come metodo di studio
• I più grandi e esperti insegnano agli altri
• Laboratorio di scrittura collettiva
Il voto è discriminante perché “è ingiusto fare
parti uguali tra disuguali”
• Il voto monopolizza l’attenzione e l’interesse
degli studenti, facendoli studiare solo per la
valutazione, in una situazione di ansia e competizione
• Il voto dato non è uno strumento di lavoro e non
aiuta gli studenti a migliorare
La scuola è di classe: espelle i poveri
• I programmi sono sterili, vecchi e nozionistici
• La scuola è slegata dalla vita reale
• Ciò che si insegna a scuola non è utile ad
essere cittadini consapevoli

Riproduce e consolida le diseguaglianze
socioeconomiche e culturali presenti nella
società
• Impedisce la mobilità sociale, ovvero la
possibilità di migliorare la propria
condizione sociale
• Non fornisce i mezzi affinché studenti
diversi abbiano comunque successo a
scuola

Riproduce e consolida le diseguaglianze socioeconomiche e culturali presenti nella società• Impedisce la mobilità sociale, ovvero la possibilità di migliorare la propria condizione sociale• Non fornisce i mezzi affinché studenti diversi abbiano comunque successo a scuola

Riproduce e consolida le diseguaglianze

socioeconomiche e culturali presenti nella
società
• Impedisce la mobilità sociale, ovvero la
possibilità di migliorare la propria
condizione sociale
• Non fornisce i mezzi affinché studenti
diversi abbiano comunque successo a
scuola
Inadeguatezza delle strutture
• Atteggiamento rinunciatario dei docenti
• Sezioni divise per status sociale
• Accettazione della selezione come se fosse un
fatto naturale e non un prodotto sociale
“Perché l’eguaglianza non resti un sogno
proponiamo tre riforme:
I. Non bocciare
II. A quelli che sembrano cretini dargli la
scuola a tempo pieno
III. Agli svogliati dargli uno scopo”
La scuola è come un ospedale che cura i sani e respinge i malati
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