30 Novembre 2015
24 Novembre 2015
“Adeste Fideles”? Troppo cristiana per cantarla a scuola, ed è polemica.
Quanti di noi, durante le feste natalizie, hanno intonato a scuola il celebre canto “Adeste Fideles”? Non lo canteranno gli studenti dell’Istituto comprensivo di Casazza, in provincia di Bergamo, il cui dirigente scolastico, Maria Antonia Savio, avrebbe ritenuto il brano natalizio “troppo cristiano” per essere suonato durante la festa della scuola.
IL NATALE DI GESÙ’. LEZIONE 2020
natalelode
La prima traccia del Natale risale al Commentario su Daniele di sant’Ippolito di Roma, datato al 203-204 d.C. molti anni prima delle testimonianze di analoghe festività del Sole Invitto. Altri riferimenti poco certi sulla festività del Natale risalgono al IV secolo. La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale invece al 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto intorno alla metà del IV secolo dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo.
La tradizione cristiana ha basi comuni con quella popolare e contadina, dal momento che nello stesso periodo si celebravano una serie di ricorrenze e riti legati al mondo pagano: infatti nell’antica Roma dal 17 al 24 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell’agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti.
Il Natale costituisce probabilmente l’esempio più significativo di come una tradizione pagana sia stata assorbita dal Cristianesimo assumendo un nuovo significato
Nonostante l’introduzione del Natale cristiano, i culti pagani collegati alla celebrazione del sole perdurarono per molti anni, tant’è che ancora nel Natale del 460 tale circostanza portò papa Leone I ad affermare:
«È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei.»
(Papa Leone I, 7° sermone tenuto nel Natale del 460 – XXVII – 4)
Joseph Ratzinger, Immagini di speranza. Le feste cristiane in compagnia del Papa, ed. San Paolo, 2005, p. 10 (Scrive Ratzinger: “Il primo ad affermare con certezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma nel suo commento a Daniele, scritto verso il 204)
Alcuni studiosi hanno inoltre suggerito una possibile relazione con la festa ebraica della Ridedicazione del Tempio, la Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di Kislev, un mese lunare che corrisponde approssimativamente a novembre o dicembre. La festa ha però un significato diverso
Nel 385 Egeria scrive di essere rimasta profondamente impressionata dalla festa della Natività di Gerusalemme, che aveva aspetti prettamente natalizi; il vescovo si recava di notte a Betlemme, tornando a Gerusalemme il giorno della celebrazione.
Nella tradizione cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria. Il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l’adorazione dei pastori, la visita dei magi.
Alcuni aspetti devozionali (San Giuseppe,la grotta, il bue e l’asino, i nomi dei Magi) risalgono invece a tradizioni successive e a racconti presenti in vangeli apocrifi.
RE MAGI. Nella tradizione cristiana i magi sono alcuni astronomi e sacerdoti zoroastriani he, secondo il Vangelo di Matteo (2,1-12), seguendo “il suo astro” giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, il “re dei Giudei”
tradizione cristiana vi ha aggiunto alcuni particolari: erano tre (sulla base dei tre doni portati, oro, incenso e mirra), erano re e si chiamavano Melchiorre, Baldassarre e Gaspare
Il significato cristiano della festa risiede nella celebrazione della presenza di Dio. Con la nascita di Gesù, Dio per i cristiani non è più infatti un Dio distante, che si può solo intuire da lontano, ma è un Dio che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.
TRADIZIONI NATALIZIE
Il Natale è una festa accompagnata da diverse tradizioni, sociali e religiose, spesso variabili da paese a paese.
Tra i costumi, le pratiche e i simboli familiari del Natale sono presenti il presepe, l’albero natalizio, la figura di Babbo Natale, il calendario dell’Avvento, lo scambio di auguri e di doni.
Il presepe, derivato da rappresentazioni medievali che la tradizione fa risalire a san Francesco d’Assisi, è una ricostruzione figurativa della natività di Gesù ed è una tradizione particolarmente radicata in Italia.
L’albero di Natale, altro simbolo del Natale, è un abete (o altra conifera sempreverde) addobbato con piccoli oggetti colorati (soprattutto palle di diversi colori), luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro. Le origini vengono in genere fatte risalire al mondo tedesco nel XVI secolo, sulla base di preesistenti tradizioni cristiane e pagane. Verso il secolo XI si diffuse nell’Europa del Nord l’uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia. Nel periodo d’Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l’albero «della conoscenza del bene e del male» del giardino dell’Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.
Da quell’antica tradizione si giunse via via all’albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia.
Babbo Natale, presente in molte culture, è un anziano dalla barba bianca che distribuisce i doni ai bambini, di solito la sera della vigilia di Natale. Deriva dalla figura storica di san Nicola di Bari, ma nella sua forma moderna si è diffuso a partire dal XIX secolo negli Stati Uniti.
San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana
Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni anti-cristiane emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l’attività apostolica. Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell’anno 343
La stella di Betlemme
La stella che attraversa il cielo, che la leggenda e l’iconografia indicano come Stella di Betlemme ed i contemporanei come “Stella della Profezia” (quella che Giuseppe Flavio riferisce al suo mecenate Vespasiano), viene spesso rappresentata come una cometa dotata di coda. Nel racconto evangelico, la stella non è l’unico segno a identificare la cittadina di Betlemme. Anche una interpretazione del Libro di Isaia, di cui Erode era a conoscenza, identificava Betlemme come il luogo dove sarebbe nato un re, il Messia dei Giudei, discendente o “figlio” di Davide
Molte tradizioni natalizie sono infine legate alla musica (canti natalizi come Adeste fideles, Tu scendi dalle stelle, Quanno nascette Ninno, Jingle Bells, Les anges dans nos campagnes), a particolari piante (l’agrifoglio, il vischio, la stella di Natale) e pietanze sia dolci (panettone, pandoro e altri dolci natalizi) che salate (zampone, cotechino).
CERO DI NATALE![cero di Natale](http://www.parrocchiasanvitale.it/images/articoli/cero_di_Natale.jpg)
La luce del cero natalizio simboleggia Gesù, luce del mondo. Una luce è nata nel mondo sono le parole della liturgia, e il cero con la sua fiamma richiama proprio questo significato. In Francia e in Gran Bretagna fa parte della tradizione accendere tre ceri fusi insieme alla base, come segno di adorazione alla Trinità.
CORONA D’AVVENTO
L’uso della Corona d’Avvento è da collegarsi ad un’antica consuetudine germanico-precristiana, derivata dai riti pagani della luce, che si celebravano del mese di Yule (dicembre). Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo di questo periodo che precede il Natale. La Corona d’Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete (il loro colore verde simboleggia la speranza, la vita) con quattro ceri. Durante il Tempo di Avvento (quattro settimane) ogni domenica si accende un cero. Secondo una tradizione, ogni cero ha un suo significato: c’è il cero dei profeti, il cero di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli. La corona può venire appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario. L’accensione di ogni cero è accompagnata da un momento di preghiera. Si conclude con un canto alla Madre di Gesù.
REGALI DI NATALE
Gli abitanti dell’antica Roma erano soliti scambiarsi, in occasione di feste e a capodanno, dei regali chiamati strenne. Tale consuetudine si ricollegava ad una tradizione secondo la quale, il primo giorno dell’anno, al re veniva offerto in dono un ramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna (dea sabina della salute?). Questo rito augurale si diffuse tra il popolo e, ben presto, i rametti di alloro, di ulivo e di fico vennero sostituiti da regali vari. Tale tradizione, presente ancora ai nostri giorni, si riveste in occasione del Natale di nuovi significati richiamando, attraverso il gesto del dono, l’amore di Dio che ha donato suo Figlio all’umanità intera.
CEPPO DI NATALE
Soprattutto in passato, nella notte di Natale, si accendeva nel caminetto un gran ceppo di abete per rendere confortevole (caldo) l’ambiente in segno di ospitalità, di accoglienza alla venuta del Figlio di Dio.
LA «ROSA DI NATALE»![Rosa di Natale](http://www.parrocchiasanvitale.it/images/articoli/Rosa_di_Natale.JPG)
L’Helleborus è una pianta che cresce spontaneamente nelle zone di montagna (ma si acclimata con facilità anche in pianura e nelle aree temperate) e i cui fiori sbocciano in pieno inverno. Per tale caratteristica, una sua varietà, l’Helleborus niger, è anche conosciuta come Rosa di Natale. Quest’ultima presenta un rizoma nerastro e grandi fiori bianchi a cinque petali con sfumature tendenti al rosa.
LA «STELLA DI NATALE»
Questa pianta appartiene alla specie delle Euforbiacee, il suo nome scientifico infatti è: Euphorbia pulcherrima, ma è anche chiamata Poinsettia. È una pianta arbustiva che deve la sua bellezza in particolar modo al colore rosso vivo delle grandi battree fogliari disposte a forma di stella. Fiorisce da dicembre a marzo.
QUANDO È NATO… IL «NATALE»
Non è storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il 25 dicembre. Anche nei vangeli di Matteo e di Luca, che forniscono una descrizione di alcuni momenti legati alla Natività, non viene citato né il giorno, né il mese, e neppure l’anno della venuta dei Figlio di Dio, anche se sappiamo che Gesù nacque quando regnava l’imperatore Cesare Augusto.
È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione della festa cristiana del Natale di Gesù il 25 dicembre. In merito a tale datazione, nel corso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi. Alcuni studiosi ritengono che questa data venne scelta dalla Chiesa in contrapposizione alla festa pagana del Sole invitto voluta dall’imperatore Aureliano, nel 275. Festa da celebrarsi, per l’appunto, il 25 dicembre, cioè quattro giorni dopo il solstizio d’inverno che cade il 21 dicembre. Dopo tale data la luce [il Sole] rinasce e prende gradatamente il sopravvento sulle tenebre, le giornate si allungano fino al 21 giugno, il giorno più lungo dell’anno: il solstizio d’estate.
La Chiesa quindi, secondo l’opinione degli studiosi, per contrastare il perpetuarsi di tale festa pagana radicata nella tradizione popolare, decise di celebrare in quella medesima data il dies natalis Christi, la nascita di Gesù: «Luce dei mondo», il vero «Sole di giustizia» che brillerà in eterno.
Una fonte autorevole, il Cronografo (il più antico calendario della Chiesa di Roma) del 354, indica il 25 dicembre quale giorno per la celebrazione della festa della Natività, ma un altro documento romano la Depositio episcoporum (elenco liturgico contenuto nello stesso Cronografo) attesta che tale celebrazione era già presente nel 336 (sembra che inizialmente tale festa venisse celebrata soltanto nella Basilica di San Pietro).
La scelta di questo giorno, comunque, fu sanzionata nel 354 da Papa Liberio.
ISIS. CHI VIENE SGOZZATO SE LO MERITA.
ISIS. CHI VIENE SGOZZATO SE LO MERITA.
PIAZZA PULITA (LA7) – puntata del 19 novembre 2015
17 Novembre 2015
Il Papa: bestemmia uccidere in nome di Dio
Allarme Giubileo, intensificati i controlli a San Pietro. Il Viminale pensa a nuove espulsioni
islamlode
Attentati a Parigi: “È la profezia di Oriana Fallaci sull’Islam”
“Parigi è persa: qui l’odio per gli infedeli, è sovrano e gli imam vogliono sovvertire le leggi laiche in favore della sharia”. Questa è solo una delle frasi, tratte da interviste, libri, dichiarazioni di Oriana Fallaci
Attacchi a Parigi: la profezia di Oriana Fallaci, la Cassandra dell’Informazione
11 Novembre 2015
GIUBILEO 2025. BASILICHE GIUBILARI DI ROMA. LEZIONE 2015
Un k-way giallo, per coprirsi da pioggia e vento. Ai piedi degli stivali, sporchi di terra. A dimostrare il cammino che ha già percorso. Al collo una croce missionaria. Gli occhi blu, con dentro stilizzata una conchiglia, simbolo del Cammino di Santiago. E poi il bastone del pellegrino. Questa è Luce, la mascotte del Giubileo 2025 (l’inizio ufficiale sarà il 24 dicembre), che è stata presentata il 28 ottobre da Sua Eccellenza monsignore Rino Fisichella.
Luce, la mascotte del Giubileo
Disegnata da Simone Legno, Luce è un personaggio che manda, sì, un messaggio che convoglia accoglienza e speranza, ma allo stesso tempo rappresenta un qualcosa che avvicina i giovani. Lo stesso Legno, sul suo profilo Instagram, ha spiegato: “Il Giubileo – prosegue l’artista romano – è indubbiamente un’opportunità unica per incontrare e dialogare con milioni di persone, inclusi i giovani. Spero che la pellegrina Luce e i suoi amici di viaggio possano rappresentare i sentimenti che risuonano nei cuori delle giovani generazioni”.
Luce simbolo di pace
Osservando Luce, è palpabile il sentimento di speranza che vive in ogni pellegrino. Gli occhi della mascotte del Giubileo, peraltro, sono intrisi di spiritualità. E inviano allo stesso tempo un messaggio di fraternità e pace. Un cuore che si apre, quindi, a una consapevolezza più ampia: quella di un legame diretto con il divino. Un impulso imbevuto di cristianità che si allarga a uno scambio tra i popoli. Un dare-ricevere in moto perpetuo, suggellato dall’accoglienza e dalla condivisione.
Luce, la mascotte del Giubileo
Il Giubileo del 2025, anche noto come Giubileo della Speranza, è un evento religioso di grande importanza per la Chiesa Cattolica.
Cos’è un Giubileo?
È un anno speciale in cui la Chiesa invita tutti i fedeli a un pellegrinaggio spirituale e fisico verso Roma. Si celebra ogni 25 anni e offre l’opportunità di ottenere l’indulgenza plenaria, ovvero la remissione di tutte le pene temporali dovute ai peccati.
Perché è importante il Giubileo del 2025?
* Anno della Speranza: Papa Francesco ha scelto questo tema per incoraggiare tutti a guardare al futuro con ottimismo, nonostante le sfide del mondo.
* Pellegrinaggi: Milioni di persone da tutto il mondo si riuniranno a Roma per visitare le basiliche papali e partecipare a celebrazioni speciali.
* Porta Santa: Verrà aperta la Porta Santa, un rito simbolico che segna l’inizio del Giubileo e rappresenta l’ingresso verso la misericordia divina.
* Opportunità di riflessione: È un momento per riflettere sulla propria fede, rinnovare i propri impegni e costruire un mondo più giusto e fraterno.
Cosa aspettarti:
* Eventi religiosi: Celebrazioni eucaristiche, via crucis, catechesi e momenti di preghiera.
* Iniziative culturali: Concerti, mostre d’arte, convegni e incontri con personalità di spicco.
* Opportunità di volontariato: Molte associazioni organizzano progetti di volontariato per accogliere i pellegrini.Ti spiego cos’è l’indulgenza plenaria nel contesto del Giubileo:
Cos’è l’indulgenza plenaria?
È una speciale grazia concessa dalla Chiesa Cattolica durante l’Anno Santo (Giubileo) che permette la remissione totale della pena temporale dovuta ai peccati già confessati e perdonati. In pratica, è come se Dio cancellasse completamente il “debito” spirituale accumulato a causa del peccato.
Come si ottiene?
Per ottenere l’indulgenza plenaria durante il Giubileo, di solito è necessario:
* Pellegrinaggio: Recarsi in un luogo sacro designato, come una Porta Santa o un Santuario.
* Sacramenti: Partecipare alla Messa, confessarsi e ricevere la Comunione.
* Preghiera: Pregare con devozione, specialmente per le intenzioni del Papa.
* Opere di carità: Compiere gesti di misericordia verso il prossimo.
Condizioni importanti:
* Stato di grazia: È fondamentale essere in stato di grazia, ovvero aver ricevuto il sacramento della Penitenza.
* Distacco dai peccati: È necessario distaccarsi dai peccati mortali e veniali, almeno in modo generico.
* Unione con le intenzioni del Papa: È importante pregare unendo le proprie intenzioni a quelle del Papa per il bene della Chiesa e dell’umanità.
Perché è importante?
L’indulgenza plenaria è un segno concreto della misericordia divina e un’opportunità per i fedeli di rinnovare la propria fede e il proprio impegno a seguire Cristo. È un momento di grazia e di perdono che invita alla conversione e alla riconciliazione.
Vuoi sapere altro sull’indulgenza plenaria o sul Giubileo in corso?
Avvertenza: Ricorda che le modalità per ottenere l’indulgenza plenaria possono variare a seconda delle indicazioni specifiche fornite dalla Chiesa per ogni Giubileo. Ti consiglio di consultare le fonti ufficiali della Chiesa per avere informazioni dettagliate e aggiornate.
Fonti utili:
* Conferenza Episcopale Italiana: https://www.chiesacattolica.it/giubileo2025/
* Holyart: https://www.holyart.it/blog/giubileo-2025/le-regole-per-la-concessione-delle-indulgenze-durante-il-giubileo-2025/
Spero di aver chiarito il concetto dell’indulgenza plenaria. Se hai altre domande, non esitare a chiedere!Giubileo 2025, le Norme per ottenere l’indulgenza plenaria
GIUBILEI NELLA STORIA.
Verso il Giubileo 2025 video
Nella Chiesa cattolica il Giubileo è l’anno santo della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale.L’anno giubilare è soprattutto l’anno di Cristo. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come Colui che porta a compimento l’antico Giubileo, essendo venuto a “predicare l’anno di grazia del Signore” (Isaia).
Giubileo 2025: il programma dei grandi eventi da dicembre 2024 a dicembre 2025
Il giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Quando ci muoviamo, infatti, non cambiamo solamente un luogo, ma trasformiamo noi stessi. Per questo, è importante prepararsi, pianificare il tragitto e conoscere la meta. In questo senso il pellegrinaggio che caratterizza questo anno inizia prima del viaggio stesso: il suo punto di partenza è la decisione di farlo.
Roma e la via Francigena
Il pellegrinaggio cristiano.
Abramo, nella Bibbia, è descritto così, come una persona in cammino: “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre” (Gen 12,1), con queste parole incomincia la sua avventura, che termina nella Terra Promessa, dove viene ricordato come «arameo errante» (Dt 26,5). Anche il ministero di Gesù si identifica con un viaggio a partire dalla Galilea verso la Città Santa: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (Lc 9,51). Lui stesso chiama i discepoli a percorrere questa strada e ancora oggi i cristiani sono coloro che lo seguono e si mettono alla sua sequela.
Il percorso, in realtà, si costruisce progressivamente: vi sono vari itinerari da scegliere, luoghi da scoprire; le situazioni, le catechesi, i riti e le liturgie, i compagni di viaggio permettono di arricchirsi di contenuti e prospettive nuovi.
Il pellegrinaggio è un’esperienza di conversione, di cambiamento della propria esistenza per orientarla verso la santità di Dio. Con essa, si fa propria anche l’esperienza di quella parte di umanità che, per vari motivi, è costretta a mettersi in viaggio per cercare un mondo migliore per sé e per la propria famiglia.
Il pellegrinaggio è un viaggio spirituale verso un luogo sacro, intrapreso con l’intenzione di cercare una crescita personale, una connessione più profonda con la propria fede e un senso di rinnovamento.
Nel contesto del Giubileo 2025, il pellegrinaggio assume un significato ancora più profondo. Attraversare la Porta Santa, simbolo del passaggio da una vita vecchia a una nuova, è un gesto potente che rappresenta la volontà di riconciliarsi con Dio e con gli altri.
Perché fare un pellegrinaggio durante il Giubileo?
* Sperimentare la fede in modo concreto: Uscire dalla propria quotidianità e mettersi in cammino verso un luogo sacro è un modo tangibile per vivere la propria fede.
* Connettersi con una comunità: I pellegrinaggi sono spesso esperienze di gruppo, che permettono di incontrare persone provenienti da diverse parti del mondo e di condividere un’esperienza unica.
* Scoprire se stessi: Il cammino è un’occasione per riflettere sulla propria vita, sui propri valori e sui propri obiettivi.
* Ottenere l’indulgenza plenaria: Durante l’Anno Giubilare, chi compie un pellegrinaggio e si accosta al sacramento della Riconciliazione può ottenere l’indulgenza plenaria, un dono della Chiesa che permette di cancellare le colpe commesse.
Quali sono le tappe più comuni di un pellegrinaggio giubilare?
* Roma: La città eterna è la meta principale per i pellegrini, che si recano qui per attraversare la Porta Santa di San Pietro e visitare le altre basiliche papali.
* Cammini: Molti pellegrini scelgono di raggiungere Roma a piedi, percorrendo antichi cammini come la Via Francigena o la Via Appia.
* Santuari mariani: Luoghi come Lourdes, Fatima e Loreto sono mete molto frequentate dai pellegrini durante l’Anno Santo.
Cosa portare in pellegrinaggio?
* Zaino comodo: Per portare l’essenziale.
* Scarpe adatte: Fondamentali per affrontare lunghe camminate.
* Abbigliamento comodo e funzionale: Adatto alle diverse condizioni climatiche.
* Credenziali del pellegrino: Un documento che attesta il tuo cammino e ti permette di ottenere ospitalità lungo il percorso.
* Un cuore aperto: Per accogliere tutto ciò che il cammino ti offrirà.
Vuoi sapere altro sui pellegrinaggi? Chiedimi pure!
* Ad esempio: Posso fornirti informazioni su specifici cammini, su come organizzare il tuo pellegrinaggio o su quali sono le agevolazioni per i pellegrini.
Buon cammino!
Il pellegrinaggio più famoso è quello detto delle “sette chiese”. La tradizione sussisteva già in epoca medievale, quando si usava visitare i luoghi di sepoltura dei due apostoli martiri Pietro e Paolo. Fu ripresa poi nella sua versione contemporanea intorno alla seconda metà del 1.500 da San Filippo Neri, seguendo le tappe che erano state indicate da papa Bonifacio VIII in occasione del Grande Giubileo del 1300.
Il pellegrinaggio delle sette chiese prevede che si visitino, nell’arco di una giornata, quattro basiliche maggiori e tre minori, che sono:
Basiliche maggiori
Basiliche minori
-
San Lorenzo in Verano
-
Santa Croce in Gerusalemme
-
San Sebastiano Fuori le Mura.
La Porta santa è quella porta di una basilica che viene murata per essere aperta solo in occasione di un Giubileo.
Per il cristiano la vera porta che ci conduce a Dio è Gesù Cristo (GV 10,7).Egli è infatti, come dice il Vangelo di Giovanni, la Via, la Verità e la Vita.
Il rito più conosciuto del Giubileo è proprio l’apertura della porta. Hanno una porta santa le quattro basiliche papali di Roma
L’Anno giubilare inizierà il 24 dicembre 2024, alle 16.30, con l’apertura della Porta santa di San Pietro. Qualche giorno dopo saranno spalancate le altre Porte sante di Roma: a San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore
-
Giornalisti, artisti, malati, detenuti, giovani, volontari. Sono alcuni destinatari dei grandi eventi giubilari, contenuti nel primo calendario dell’evento che si snoderà lungo tutto il 2025, dall’apertura della Porta Santa, a dicembre 2024, fino alla sua chiusura, nello stesso mese dell’anno successivo.
Si comincia il 24 gennaio del 2025, con il mondo della comunicazione, per poi proseguire l’8 e 9 febbraio, con l’appuntamento per le forze armate, di polizia e di sicurezza.
Dal 15 al 18 febbraio sarà la volta degli artisti, mentre dal 21 al 23 febbraio toccherà ai diaconi permanenti.
Le giornate dell’8 e 9 marzo saranno dedicate al mondo del volontariato.
Il 28 marzo si celebrerà l’iniziativa di preghiera “24 ore per il Signore”, mentre il 29 e 30 marzo verranno chiamati a raccolta i Missionari della Misericordia.
Il 5 e 6 aprile sono le due giornate dedicate agli ammalati e al mondo della sanità, mentre dal 25 al 27 aprile si raduneranno i cresimandi e quanti compiono la professione di fede.
Dal 28 al 30 aprile l’appuntamento per le persone con disabilità. Molto denso il calendario del mese di maggio: dal 1° al 4 maggio i lavoratori, il 4 e 5 gli imprenditori, il 10 e l’11 le bande musicali, dal 16 al 18 le Confraternite, dal 23 al 25 il Giubileo di quanti celebrano la prima Comunione, mentre quello delle famiglie è previsto il 30 maggio e 1° giugno.
Il mese di giugno continua con il 7 e l’8 giugno, le giornate destinate ai movimenti, le associazioni e le nuove comunità; il 9 tocca alla Curia Romana con i Nunzi, mentre il 14 e il 15 sono le giornate scelte per lo sport.
Il calendario di giugno prosegue il 21 e 22 con il Giubileo dei governanti, seguito il 23 e il 24 dai seminaristi, il 25 dai vescovi, il 26 e 27 dai sacerdoti e il 28 dagli esponenti delle Chiese orientali. L’appuntamento giubilare del 13 luglio è destinato ai detenuti, mentre i giovani avranno a disposizione per il loro Giubileo le giornate dal 28 luglio al 3 agosto. 4
Il 14 e 15 settembre si svolgerà il Giubileo della Consolazione, mentre il 20 e il 21 sarà il Giubileo degli Operatori di giustizia.
Completano l’elenco di settembre i catechisti, che potranno celebrare il loro Giubileo dal 26 al 28 settembre.
Il mese di ottobre comincerà il 4 e 5 con il Giubileo dei nonni, seguito l’8 e il 9 da quello della vita consacrata, l’11 e il 12 dl Giubileo della spiritualità mariana,
il 18 e il 19 del Mondo missionario. Dal 28 ottobre al 2 novembre l’appuntamento giubilare dedicato al Mondo educativo.
Due, infine, gli appuntamenti in calendario per novembre: il 16 e 16, per il Giubileo delle persone socialmente escluse, e dal 21 al 23, per i Cori e le corali.