All’Angelus il Papa invita i fedeli all’impegno spirituale per la Settimana di preghiera per l’unitàUna delle colpe più gravi “che deturpano il volto della Chiesa” è quella “contro la sua unità visibile”, in particolare “le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora superate”. Lo ha detto il Papa all’Angelus di domenica 20 gennaio, in piazza San Pietro, parlando della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si celebra dal 18 al 25 gennaio sul tema “Quello che esige il Signore da noi”, tratto da un’espressione del profeta Michea.
Per il Pontefice l’appuntamento ecumenico annuale rappresenta “un momento sempre gradito ai credenti e alle comunità, che risveglia in tutti il desiderio e l’impegno spirituale per la piena comunione”. In proposito Benedetto XVI ha ricordato la “significativa” esperienza della veglia di preghiera celebrata il 29 dicembre scorso in piazza San Pietro con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità di Taizé: “un momento di grazia – lo ha definito – in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare in Cristo una cosa sola”.
“Incoraggio tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare “quello che esige il Signore da noi”” ha detto quindi rilanciando il tema della Settimana di preghiera. Un tema – ha spiegato – “proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a impegnarsi con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani, e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”. Da qui l’invito del Pontefice a unirsi a lui venerdì prossimo, 25 gennaio, festa della conversione di san Paolo apostolo, quando presiederà la celebrazione dei Vespri nella basilica di San Paolo fuori le mura, alla presenza dei rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali.
In conclusione, prima di rivolgere particolari espressioni di saluto ai diversi gruppi linguistici presenti alla preghiera, il Papa ha lanciato un appello alla pace, invitando i fedeli a pregare “perché, nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le ignobili stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato”.
Per il Pontefice l’appuntamento ecumenico annuale rappresenta “un momento sempre gradito ai credenti e alle comunità, che risveglia in tutti il desiderio e l’impegno spirituale per la piena comunione”. In proposito Benedetto XVI ha ricordato la “significativa” esperienza della veglia di preghiera celebrata il 29 dicembre scorso in piazza San Pietro con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità di Taizé: “un momento di grazia – lo ha definito – in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare in Cristo una cosa sola”.
“Incoraggio tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare “quello che esige il Signore da noi”” ha detto quindi rilanciando il tema della Settimana di preghiera. Un tema – ha spiegato – “proposto da alcune comunità cristiane dell’India, che invitano a impegnarsi con decisione verso l’unità visibile tra tutti i cristiani, e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione”. Da qui l’invito del Pontefice a unirsi a lui venerdì prossimo, 25 gennaio, festa della conversione di san Paolo apostolo, quando presiederà la celebrazione dei Vespri nella basilica di San Paolo fuori le mura, alla presenza dei rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali.
In conclusione, prima di rivolgere particolari espressioni di saluto ai diversi gruppi linguistici presenti alla preghiera, il Papa ha lanciato un appello alla pace, invitando i fedeli a pregare “perché, nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le ignobili stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato”.
Fonte vaticana