14 Ottobre 2010

Politica, laicità e cristianesimo

Filed under: articoli,Religione — giacomo.campanile @ 22:42

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L’impegno del cattolico in politica richiede che egli sappia mettere a punto in modo corretto il tema della laicità, vale a dire della legittima autonomia della sfera politica da quella della religione.

Mons. G.Crepaldi nel suo libro “Il cattolico in politica” spiega perchè la fede è importante per la classe dirigente. La prima cosa da fare, a questo proposito, è di riflettere su come proprio il cristianesimo sia all’origine della corretta laicità. In quanto creato da Dio, il mondo non è Dio. In quanto incarnato in Gesù Cristo, Dio ha assunto in pieno la dimensione umana, non l’ha annullata. In quanto testo ispirato e non dettato, la Sacra Scrittura non va applicata alla lettera. In quanto fondata sul potere universale di Pietro, la Chiesa non sottostà a nessuna nazione o Stato. In quanto escatologico, il Regno di Dio non si confonde con nessun regno di questo mondo (…). Potremmo continuare ad elencare gli aspetti del cristianesimo che testimoniano come una sana laicità sia proprio un portato del cristianesimo stesso. Il mondo non è Dio, ma non è nemmeno da Dio indipendente. Il mondo come espressione diretta di Dio è integralismo; il mondo totalmente indipendente da Dio è nichilismo; il mondo contro Dio è il laicismo; il mondo che non è Dio ma è in rapporto fondamentale con Lui è la laicità. Normalmente si pensa che la laicità significhi neutralità rispetto alla religione. La ragione ha bisogno della religione per non assolutizzare se stessa. Lo spazio politico pubblico ha bisogno della religione per fondare la dignità della persona umana non sul solo consenso. Del resto questo è reso evidente dallo stesso passato trascorso. I valori umani della civiltà occidentale sono stati il frutto anche e soprattutto del cristianesimo. La fede religiosa ha permesso di vedere nella persona diritti e doveri che altrimenti sarebbero rimasti ignoti e, una volta visti, ha dato la forza morale per perseguirli anche con il sacrificio. Il cattolico in politica, quindi, agirà affinché il fatto religioso possa esprimersi anche a livello pubblico, sociale, economico, con indicazioni anche verso la politica. Vedrà nell’apporto delle religioni un fatto positivo, evitando però di appiattirle alla loro funzione sociale.

di Giacomo Campanile
redazione@vivereroma.org

Questo è un Articolo pubblicato sul giornale del 15/10/2010

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