18 Febbraio 2014

La Corte costituzionale dice no al matrimonio tra omosessuali

Filed under: OMOFOBIA — giacomo.campanile @ 16:23

http://www.vivereroma.org/index.php?page=articolo&articolo_id=240960

IL VANGELO IN 4 MINUTI

Filed under: BIBBIA — giacomo.campanile @ 15:38

http://www.video.mediaset.it/video/xlove/comedians/439805/lastrico-la-bibbia-nuovo-testamento.html

LASTRICO: La Bibbia – Nuovo Testamento

Il vero libro dell’amore è la Bibbia.

Essere contro matrimoni e adozioni gay non vuol dire essere omofobi.

Filed under: OMOFOBIA — giacomo.campanile @ 15:32

http://www.video.mediaset.it/video/xlove/clip/439806/sarno-contro-diritti-gay.html

  • Ecco posizioni in difesa della famiglia tradizionale espresse da persone omosessuali. Essere contro matrimoni e adozioni gay non vuol dire essere omofobi. 

17 Febbraio 2014

ABORTO

Filed under: ABORTO — giacomo.campanile @ 21:07

TUTTO QUELLO CHE AVRESTI DOVUTO SAPERE SULL’ABORTO… MA NON HANNO MAI OSATO DIRTI

Aborto nel catechismo della chiesa cattolica

Filed under: ABORTO — giacomo.campanile @ 20:41

 

L’aborto

2270 La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita. 181

« Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato » (Ger 1,5).

« Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra » (Sal 139,15).

2271 Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale:

« Non uccidere il bimbo con l’aborto, e non sopprimerlo dopo la nascita ». 182

« Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l’aborto come pure l’infanticidio sono abominevoli delitti ». 183

2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. « Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae », 184 « per il fatto stesso d’aver commesso il delitto » 185 e alle condizioni previste dal diritto. 186 La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

2273 Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione:

« I diritti inalienabili della persona dovranno essere riconosciuti e rispettati da parte della società civile e dell’autorità politica; tali diritti dell’uomo non dipendono né dai singoli individui, né dai genitori e neppure rappresentano una concessione della società e dello Stato: appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in forza dell’atto creativo da cui ha preso origine. Tra questi diritti fondamentali bisogna, a questo proposito, ricordare: il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento alla morte ». 187

« Nel momento in cui una legge positiva priva una categoria di esseri umani della protezione che la legislazione civile deve loro accordare, lo Stato viene a negare l’uguaglianza di tutti davanti alla legge. Quando lo Stato non pone la sua forza al servizio dei diritti di ciascun cittadino, e in particolare di chi è più debole, vengono minati i fondamenti stessi di uno Stato di diritto. […] Come conseguenza del rispetto e della protezione che vanno accordati al nascituro, a partire dal momento del suo concepimento, la legge dovrà prevedere appropriate sanzioni penali per ogni deliberata violazione dei suoi diritti ». 188

2274 L’embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano.

La diagnosi prenatale è moralmente lecita, se « rispetta la vita e l’integrità dell’embrione e del feto umano ed è orientata alla sua salvaguardia o alla sua guarigione individuale […]. Ma essa è gravemente in contrasto con la legge morale quando contempla l’eventualità, in dipendenza dai risultati, di provocare un aborto: una diagnosi […] non deve equivalere a una sentenza di morte ». 189

2275 « Si devono ritenere leciti gli interventi sull’embrione umano a patto che rispettino la vita e l’integrità dell’embrione, non comportino per lui rischi sproporzionati, ma siano finalizzati alla sua guarigione, al miglioramento delle sue condizioni di salute o alla sua sopravvivenza individuale ». 190

« È immorale produrre embrioni umani destinati a essere sfruttati come “materiale biologico” disponibile ». 191

« Alcuni tentativi d’intervento sul patrimonio cromosomico o genetico non sono terapeutici, ma mirano alla produzione di esseri umani selezionati secondo il sesso o altre qualità prestabilite. Queste manipolazioni sono contrarie alla dignità personale dell’essere umano, alla sua integrità e alla sua identità » 192 unica, irrepetibile.

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La creazione dell’uomo senza “identità”

Filed under: OMOFOBIA — giacomo.campanile @ 19:31

http://www.ariannaeditrice.it/vetrina.php?id_macrolibrarsi=71691

Come e perché le oligarchie mondiali vogliono imporre l’uniformità sessuale.

L’attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell’essere umano mai tentato nella storia.

Promossa grazie all’imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell’Occidente, questa vera e propria “mutazione antropologica” viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni. Spariscono addirittura i termini “padre” e “madre”, specifici della famiglia tradizionale, e vengono sostituiti dai più generici “genitore 1” e “genitore 2”, quasi a indicare che la maternità e la paternità non hanno più nulla a che vedere con il genere sessuale.

Gli autori ricostruiscono le tappe di questo processo senza precedenti: dalle origini dell’Ideologia di Genere all’omosessualismo militante, dal progressivo sdoganamento della pedofilia all’invenzione del “sesso X”; in un percorso che ha, come fine evidente, la creazione di un uomo nuovo “senza identità”.

OMO-PEDO-PORNO sono i prefissi della nuova manipolazione globale?

Estratto dal Libro

«Il Mondialismo agisce preferibilmente sul piano dei “costumi”, delle “mode”, dei “modi di pensare”, attraverso la creazione di un “immaginario globale” che influenzi le scelte delle masse, utilizzando il cinema, le televisioni, il teatro, le riviste e i quotidiani, il web […].

Lo scopo del presente libro, pertanto, è quello di cercare di comprendere perché, al giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, per imporre una concezione della sessualità ideologica e avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che, nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di un “uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo».
Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta

Indice

Premessa

Prefazione

  • Propaganda omosessuale e multinazionali degli OGM e della nascita in provetta
  • Dagli OGM all’inseminazione artificiale
  • Dalla procreazione naturale, frutto dell’incontro tra polarità femminile e polarità maschile, alla “rivoluzione culturale della famiglia omosessuale”
  • Da creatori sessualmente attivi della biodiversità umana a ibride entità geneticamente modificate e incapaci di riprodursi
  • Dai semi OGM all’uomo OGM

Introduzione

  • L’uomo a una dimensione.
    Il regime liberale e la palinodia del politicamente corretto

Capitolo 1 – Manipolare l’uomo: il “sogno” dei “Poteri Forti”

1.1. Verso una nuova sessualità
1.2. Le grandi oligarchie economiche a sostegno dell’ideologia gender
1.3. I poteri politici a sostegno dell’ideologia gender
1.4. Cui prodest? Perché i Poteri Forti ci vogliono gender?

Capitolo 2 – Storia dell’ideologia di genere

2.1. Dalla “rivoluzione sessuale” alla nascita del gender
2.2. John Money e l’invenzione del gender
2.3. Il caso di David/Brenda Reimer
2.4. Il termine “genere” finisce all’ONU
2.5. Il ruolo dell’ONU secondo Schooyans

Capitolo 3 – Ideologia gender e “omosessualismo”

3.1. La guerra contro gli psichiatri e la cancellazione dell’omosessualità dal manuale diagnostico
3.2. Strategie di “propaganda gay” verso le masse: desensibilizzazione, bloccaggio, conversione
3.3. Il termine “omofobia” e la criminalizzazione del dissenso
3.4. La “guerra fredda del gender” contro la Russia

Capitolo 4 – Come convertire le masse (e soprattutto i giovani) all’ideologia gender

4.1. Mass-media e “star” in campo per la manipolazione
4.2. Il fenomeno Lady Gaga
4.3. Dall’estetica dandy alla pandroginia
4.4. Alain Delon scandalizza la Francia
4.5. La gay economy
4.6. Lo scandalo Barilla
4.7. Diventare gender sui banchi di scuola
4.8. Quando dire “mamma e papà” è discriminazione; la neolingua gender
4.9. Dall’asilo per “bambini neutri” allo “scandalo” dell’ovetto Kinder

Capitolo 5 – Ideologia gender e pedofilia

5.1. Gli ambigui rapporti tra movimento omosessualista e pedofilia
5.2. Per i Radicali la pedofilia è un “orientamento sessuale”
5.3. Dalle modelle bambine alle bambole per pedofili
5.4. Verso lo sdoganamento “ufficiale” della pedofilia?

Capitolo 6 – Verso il transumanesimo

6.1. Il “mistico sogno” di oltraggiare la Natura
6.2. Un Frankenstein sessuale: l’invenzione del “sesso X”
6.3. Dall’eugenetica all’estinzione della sessualità
6.4. Platone: l’amore come “mancanza”
6.5. Un mezzo per il controllo della popolazione
6.6. Il business della fecondazione assistita
6.7. Verso l’uomo artificiale

Manipolare l’uomo: il “sogno” dei “poteri forti”

La grande rivoluzione culturale, che i Poteri Forti stanno oggi promuovendo in tutto il mondo – e specialmente in Occidente – ha un nome: ideologia di genere (o, in inglese, gender).

Nell’occhio del mirino, in questo caso, è finita l’identità stessa dell’essere umano nel suo – da sempre riconosciuto come “naturale” – dimorfismo maschile/femminile.

Secondo l’ideologia gender, infatti, le differenze sessuali tra maschio e femmina sarebbero solo “morfologiche” e dunque, nella sostanza, non avrebbero quasi alcuna importanza; in base a questo “nuovo” punto di vista, la differenza maschile/femminile sarebbe invece soprattutto culturale; ovvero, gli uomini sarebbero uomini solo perché educati da uomini, mentre le donne sarebbero donne solo perché educate da donne.

Il nostro scopo, pertanto, è quello di cercare di comprendere perché, al giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, per imporre una concezione della sessualità ideologica e avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che – come vedremo – nelle sue forme più estreme sembra destinato a sfociare nel modello di un “uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo.

14 Febbraio 2014

Socrate e il cristianesimo. Lezione novembre 2019

Filed under: FILOSOFIA RELIGIONE,LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:15

Socrate e il cristianesimo

LEZIONE VIDEO DI Giacomo Campanile

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Socrate (Atene 469-399 a.c.)  nacque da padre scultore e da madre levatrice. Dopo un primo interesse per la filosofia della natura passò a trattare temi etici-esistenziali. Valoroso soldato durante la guerra del Peloponneso..

Non lasciò alcuna opera scritta (questione socratica). Fu accusato di non credere agli dei ufficiali dello stato e di corrompere i giovani Nel 399 a.c fu condannato a bere la cicuta e affrontò la morte con grande dignità (martire della filosofia).

Per Socrate la filosofia è un esame incessante di se stessi e degli altri. Fu una figura di eccezionale importanza nella storia della filosofia mondiale. Fu modello insuperato di chiarezza di pensiero, di impegno morale e di coerenza di vita.

In epoca moderna ha preso corpo un interessante topos sulla figura di Gesù, che consiste nell’operare un confronto tra lui e Socrate. Questa operazione, implicita già in Erasmo da Rotterdam, viene successivamente esplicitata e attestata in vari autori, di cui è un esempio J.-J. Rousseau col suo romanzo pedagogico Emilio, del 1762, dove si legge: «Se la vita e la morte di Socrate sono di un saggio, la vita e la morte di Gesù Cristo sono di un Dio».

Il confronto acquista maggiore spessore in Hegel. Secondo qualche interprete, nella sua Vita di Gesù, del 1795, la presentazione di Gesù e del suo messaggio richiamerebbe la figura di Socrate, in quanto anche il Nazareno connoterebbe la sua dottrina secondo i princìpi della ragione filosofica e della coscienza morale. Certo è che già nello scritto Religione popolare e cristianesimo, del 1794, e precisamente nel Frammento 2, Hegel aveva stabilito un accostamento esplicito tra i due, o meglio tra i discepoli dell’uno e quelli dell’altro a tutto vantaggio dei socratici (Socrate «non aveva alcun modello secondo cui forgiare il loro carattere… Ognuno dei suoi scolari fu maestro per sé… Nessuno dovette abbandonare casa e paese»), notando anche la differenza tra Socrate e Gesù a proposito dell’atteggiamento di fronte alla morte (Socrate «morì da greco»!).

Non mancano poi pubblicazioni più recenti su di un dichiarato paragone tra i due. Persino su Google si può trovare il blog di un laboratorio filosofico, Briciole di filosofia, in cui si accosta Gesù a Socrate, tanto da scoprire tra i due ben nove somiglianze così elencate:

1 Sia Socrate che Gesù non hanno mai scritto nulla, la loro vita, la loro morale e la loro religione ci sono state filtrate da altri scrittori.

2 Socrate e Gesù hanno vissuto in povertà, applicandosi, nella loro esistenza, nel dialogo e nella pedagogia del popolo.

3 Sia Socrate che Gesù non si occupano di filosofie metafisiche ma dell’uomo, insegnando rispettivamente a vivere secondo la virtù e secondo l’amore.

(4) Sia Socrate che Gesù invitano l’uomo al rispetto delle leggi terrene.

(5) Ambedue sono stati condannati a morte per motivi meramente politici.

(6) Ambedue sono morti precocemente e ingiustamente, il che sarebbe il punto in comune più forte tra i due («Le loro figure non avrebbero avuto la stessa fortuna letteraria se fossero morti di vecchiaia o per un’overdose di barbiturici »).

(7) Sia Socrate che Gesù vanno incontro alla morte senza paura, anzi sembra quasi che l’attendessero con impazienza, fiduciosi che la vita nell’aldilà sia migliore di quella nell’aldiquà.

(8) Ambedue, dopo la propria vita, hanno ispirato sètte e religioni (quella ispirata da Socrate è la religione interna all’Accademia, che è esistita fino al VI secolo d.C.).

(9) Sia Socrate che Gesù sono stati gli iniziatori di un movimento ideologico- culturale che ha portato allo sgretolamento delle società in cui essi sono vissuti (rispettivamente con la rottura del connubio tra apollineo  e dionisiaco, almeno secondo Nietzsche, e con la proclamazione dell’uguaglianza tra tutti gli uomini, compresi gli schiavi).

Naturalmente è ben possibile elencare tra i due una serie di differenze, che vanno dall’assimilazione della rispettiva eredità culturale (greca vs giudaica) alla diversa posizione di fronte alla morte imminente (serenità vs timore), dalle circostanze dell’insegnamento (stanzialità vs itineranza) alle sue modalità proprie (maieutica vs annuncio  evangelico) fino al cuore stesso del messaggio (l’uomo come psyché e la virtù come conoscenza vs regno di Dio e adesione personale alla figura di Gesù). Tutti questi fattori distanziano irrimediabilmente l’uno dall’altro i due personaggi.

In ogni caso, per uno studioso delle origini cristiane, e per un neotestamentarista in particolare, abituato a lavorare concretamente sui testi, questo tipo di accostamento resta su di un piano piuttosto astratto e comunque generico, perciò insoddisfacente. Come direbbe un riconosciuto classicista qual è Luciano Canfora proprio sul caso in questione, questo tipo di accostamento sta «sul versante della retorica piuttosto che su quello della ricerca». 

I Greci e l’impronta giudaica Il confronto tra Gesù e Socrate, implicito già in Erasmo da Rotterdam e successivamente esplicitato in Rousseau, Hegel e ora persino nei blog filosofici su Google, solleva l’interrogativo sull’identità del Nazareno. A questo paragone dedica un agile riflessione l’esegeta Romano Penna nel volumetto “Gesù e Socrate. Cultura greca e impronta giudaica” , in uscita da Edb (pagine 48, euro 5,50). Dal volume abbiamo anticipato le pagine del primo capitolo.

Socrate e Gesù? Parallelismo forzato

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lettera di San Paolo ai Romani. Legge e grazia. Peccato e misericordia.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:13

La Lettera ai Romani o Epistola ai Romani è un testo in lingua greca del Nuovo Testamento scritto da Paolo di Tarso, l’apostolo dei Gentili (Romani 11,13) e indirizzata ai cristiani di Roma.

Lettera ai Romani,

Panoramica: Romani 1-4

Panoramica: Romani 5-16

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RIBELLARSI. LEZIONE NOVEMBRE 2019

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:11

Ribellarsi è la chiave per la tua felicità. In questa società che ci vuole tutti uguali e ugualmente infelici, devi trovare la forza di dire “no”.

Sembra abbastanza paradossale che una Costituzione garantisca ai cittadini di un paese il diritto a ribellarsi contro le autorità che quella stessa Costituzione istituisce. Eppure in tutto il mondo trentasette paesi diversi, circa il 20 per cento del totale, garantiscono ai propri cittadini il diritto di resistere e a volte di ribellarsi apertamente contro i loro governi.

La solitudine nella vita religiosa e morale. LEZIONE NOVEMBRE 2019

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:08

Solitudinelode

La solitudine nella vita religiosa e morale

Solitudine.

Romanticismo. Personalismo

La solitudine lyrics -Laura Pausini

Il regalo più grande – tiziano ferro

Fuggire dal mondo, dai rumori, dalla confusione.

Anacoreta (MONACO eremita) è lo stato di un religioso che abbandona la società per condurre una vita solitaria dedicandosi all’ascesi, alla preghiera e alla contemplazione.

Deserto

soldine, preghiera, incontro con Dio.

La solitudine è una condizione e un sentimento umano nei quali l’individuo si isola per scelta propria (se di indole solitaria), per vicende personali e accidentali di vita

Solo non significa solitario

La frase Beata solitudo, sola beatitudo è un detto latino. La frase, tradotta letteralmente, significa Beata solitudine, sola beatitudine

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o beata solitudo, o sola beatitudo. – Espressione lat. («o beata solitudine, o solitaria beatitudine»), da attribuirsi probabilmente a san Bernardo, che esalta la perfetta serenità spirituale che si può trovare soltanto nel silenzio e nell’isolamento della vita monastica; spesso usata per esprimere un intenso desiderio di pace e di quiete nella solitudine.

Vita communis, maxima poenitentia (la vita comune è la più grande penitenza)

il  deserto è un luogo del cuore. … 40 giorni di  solitudine nel deserto di Gesù.

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Cosa fosse l’inferno, il filosofo Jean-Paul Sartre, lo sapeva benissimo:

l’inferno sono gli altri.

Questa frase è forse tra le più conosciute del filosofo francese Jean-Paul Sartre.

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Solitudine ma con Gesù

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La stragrande maggioranza degli scienziati sociali considera la solitudine un tipico inconveniente delle società contemporanee, una disfunzione da correggere, un morbo da debellare. La solitudine significa isolamento, mancanza di affetti e di sostegno concreto e psicologico, disadattamento, magari insufficiente acquisizione delle abilità sociali. Una condizione inadatta all’uomo, che, come diceva Aristotele, è un “animale sociale”.

Ci presentano le loro statistiche in cui correlano la solitudine alla cattiva salute, alla depressione, al suicidio.

A loro modo hanno ragione. Esiste, oggigiorno, una solitudine subita. E’ quella dell’anziano abbandonato, che non ha le risorse economiche o psicologiche per farcela da solo, che non ha più progetti, che è d’intralcio all’edonismo e al produttivismo familiari. E’ quella del giovane che non trova ascolto all’interno della famiglia e che non riesce ad adeguarsi al conformismo del gruppo dei pari, o che deve misurarsi con istituzioni obsolete e con prospettive per il futuro almeno incerte. E’ quella della donna, relegata magari in casa in un ruolo che non riconosce come proprio, prigioniera di pregiudizi e di consuetudini ormai estranee al suo modo di sentire.
Può essere quella del lavoratore estromesso precocemente dal mondo produttivo, governato dalle sue ferree leggi, che non trova la solidarietà dei coetanei, che non si sente capito o che magari si colpevolizza ingiustamente.
E’ senz’altro quella che riguarda, almeno qualche volta nel corso dell’esistenza ciascuno di noi: ci capita di ritirarci sdegnati e confusi nella solitudine perché a disagio in un mondo che corre velocissimo, incapaci di tener dietro a tutti i cambiamenti, le scadenze, le ideologie, i valori e le norme che si accavallano vorticosamente.

Certo le città moderne, concepite ormai soltanto per incanalare il traffico automobilistico e il convulso stile di vita contemporaneo non facilitano i contatti sociali. Le comunità, dove sperimentare la solidarietà sono, purtroppo, soltanto un’utopia sociologica. Lo sviluppo economico sembra aver selezionato un tipo d’uomo la cui psicologia ruota attorno alla propria ristretta cerchia familiare e al proprio tornaconto. La competitività, che non ammette respiro, non favorisce le occasioni conviviali di incontro, di dialogo, di festa. In una società in cui nessuno è veramente arrivato, non c’è tempo da dedicare all’amicizia e allo stare insieme.

La solitudine è, dunque, sì patologia, ma sarebbe un errore considerarla soltanto sotto questo aspetto. Esiste anche il rovescio (in questo caso il dritto!) della medaglia. La solitudine può essere anche una meravigliosa opportunità di sviluppo e di benessere interiori. Un’occasione preziosa da sfruttare. Una condizione cercata anziché subita.

A parte le differenze temperamentali fra gli individui, per cui ci sarà sempre chi desidera una vita piena di contatti e chi un’esistenza più raccolta, difficilmente alcune attività umane potranno svolgersi al meglio e con soddisfazione senza il verificarsi della solitudine.
Non esiste creatività artistica senza concentrazione e isolamento. Lo scrittore, il pittore, il pensatore, il compositore abbisognano nel loro lavoro di grande raccoglimento. Ma forse tutte le attività umane, che impegnano attivamente le nostre facoltà, necessitano di solitudine, fossero pure il giardinaggio o l’alpinismo. Lo studio, la riflessione, l’introspezione, la lettura vengono meglio se ci isoliamo dalla “pazza folla”.

L’incapacità di stare almeno qualche ora della giornata da soli, la dipendenza dalla presenza degli altri, può essere, quella sì, la spia di qualche malessere interiore, di qualche inadeguatezza personale.
Sono gli stessi psicologi, che sottolineano come l’acquisizione stessa della maturità psicologica, l’autorealizzazione personale, l’autenticità ci spingano con forza , in più di un’occasione nel corso dell’esistenza, a starcene, almeno per per qualche tempo, da soli.

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