11 Ottobre 2010

ICONOCLASTIA. Il Papa: le false divinità distruggono il mondo

Filed under: 2000 LEZIONI,articoli,Religione — giacomo.campanile @ 20:53

L’iconoclastia, ovvero la distruzione delle immagini sacre, fu un periodo turbolento nella storia dell’Impero bizantino, caratterizzato da intense dispute religiose e politiche. Le ragioni che spinsero gli imperatori a intraprendere questa politica sono molteplici e complesse, e si intrecciano tra fattori religiosi, politici e culturali.
Principali motivazioni dell’iconoclastia:
* Influenza islamica: L’espansione islamica e la sua netta opposizione al culto delle immagini influenzarono profondamente l’impero bizantino. Gli imperatori iconoclasti cercavano di differenziare il cristianesimo bizantino dall’Islam, evitando di fornire argomenti ai nemici che accusavano i cristiani di idolatria.
* Centralizzazione del potere: L’iconoclastia servì come strumento per rafforzare il potere centrale a scapito dell’influenza dei monasteri, spesso ricchi e potenti, che erano i principali sostenitori del culto delle immagini.
* Riforma religiosa: Gli iconoclasti sostenevano la necessità di una riforma religiosa, basata esclusivamente sulla Bibbia e sulla tradizione apostolica, senza l’uso di immagini che potevano distogliere l’attenzione dalla figura di Cristo.
* Motivi politici: L’iconoclastia fu anche utilizzata come strumento politico per consolidare il potere delle dinastie regnanti e contrastare l’opposizione interna.
Conseguenze dell’iconoclastia:
La controversia sull’iconoclastia provocò una profonda divisione all’interno dell’Impero bizantino, dando vita a due schieramenti principali:
* Iconoclasti: Sostenitori della distruzione delle immagini sacre.
* Iconoduli: Difensori del culto delle immagini.
Questa divisione durò quasi un secolo, portando a violenti scontri, persecuzioni ed esili. Solo nel 787, con il Secondo Concilio di Nicea, il culto delle immagini venne definitivamente riabilitato.
È importante sottolineare che:
* Le motivazioni dell’iconoclastia sono state oggetto di numerosi studi e interpretazioni, e non esiste un consenso unanime tra gli storici.
* L’iconoclastia è stata un periodo complesso e controverso della storia bizantina, che ha lasciato profonde tracce nella cultura e nella religione dell’Impero.
In sintesi:
L’iconoclastia fu un fenomeno multifattoriale, influenzato da fattori religiosi, politici e culturali. Le motivazioni che spinsero gli imperatori a intraprendere questa politica erano legate alla volontà di rafforzare il potere centrale, di differenziare il cristianesimo bizantino dall’Islam e di riformare la religione. Le conseguenze furono devastanti, provocando una profonda divisione all’interno dell’impero e causando sofferenze a innumerevoli persone.

L’imperatrice Irene è una figura affascinante e controversa nella storia bizantina, strettamente legata alla complessa questione dell’iconoclastia.
Irene d’Atene: una donna al potere
Irene, di origini greche, sposò l’imperatore bizantino Leone IV, un fervente iconoclasta. Nonostante le sue personali convinzioni a favore del culto delle immagini, dovette inizialmente conformarsi alla politica del marito. Tuttavia, alla morte di Leone IV nel 780, Irene divenne reggente per conto del figlio Costantino VI, ancora bambino.
La lotta contro l’iconoclastia
Irene, una donna dotata di grande intelligenza e determinazione, colse l’opportunità per ribaltare la situazione. Iniziò a favorire gli iconoduli, coloro che difendevano il culto delle immagini, e a marginalizzare gli iconoclasti. Questa svolta fu graduale e strategica:
* Influenza sulla corte: Irene riuscì a circondarsi di consiglieri favorevoli al culto delle immagini, influenzando così le decisioni della corte.
* Politica ecclesiastica: Sostituì il patriarca iconoclasta con un altro più favorevole alla sua causa, preparando il terreno per un cambiamento radicale.
* Concilio di Nicea II: Nel 787, Irene convocò il Secondo Concilio di Nicea, che condannò formalmente l’iconoclastia e ripristinò il culto delle immagini, ponendo così fine a decenni di controversie.
L’ascesa e la caduta
La vittoria di Irene fu un trionfo per gli iconoduli, ma la sua posizione di reggente non era solida. Nel tentativo di consolidare il proprio potere, Irene decise di far accecare il figlio Costantino VI e di usurpare il trono. Questa mossa scatenò una reazione negativa da parte di molti e indebolì il suo governo.
L‘eredità di Irene
Nonostante la sua caduta, Irene lasciò un’impronta indelebile nella storia bizantina. Grazie a lei, il culto delle immagini venne definitivamente ripristinato e l’impero ritrovò una certa unità religiosa. Tuttavia, la sua ambizione e la sua decisione di eliminare il figlio macchiarono la sua immagine.
Perché Irene è importante?
* Prima donna a governare l’Impero bizantino: Irene è un esempio di donna che ha saputo affermarsi in un mondo dominato dagli uomini, dimostrando grande intelligenza politica e capacità di leadership.
* Difensore della tradizione: Ha difeso una tradizione millenaria della Chiesa ortodossa, salvaguardando il culto delle immagini e rafforzando l’identità religiosa dell’impero.
* Figura controversa: La sua storia è un esempio di come il potere possa corrompere anche le persone più determinate e di come le scelte politiche possano avere conseguenze a lungo termine.
In conclusione
Irene d’Atene è una figura complessa e affascinante, che merita di essere studiata a fondo. La sua storia ci insegna molto sulla politica, la religione e il potere nell’Impero bizantino.

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In apertura della prima giornata di lavori del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, il Papa ha poi puntato l’indice contro «il potere delle ideologie terroristiche».

Il Papa afferma: «Apparentemente in nome di Dio viene fatta violenza, ma non è Dio: sono false divinità, che devono essere smascherate, che non sono Dio. E poi la droga, questo potere che, come una bestia vorace, stende le sue mani su tutte le parti della terra e distrugge: è una divinità, ma una divinità falsa, che deve cadere. O anche il modo di vivere propagato dall’opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù, e così via». Queste ideologie che dominano, ha proseguito il Pontefice, «sono divinità. E nel dolore dei santi, nel dolore dei credenti, della Madre Chiesa della quale noi siamo parte, devono cadere perché si compia quanto scrive san Paolo nelle le Lettere ai Colossesi e agli Efesini: le dominazioni, i poteri cadono e diventano sudditi dell’unico Signore Gesù Cristo». Perché ciò accada, ha concluso Benedetto XVI, le fondamenta interiori, morali e religiose, non devono vacillare: «La fede è il fondamento, e, in definitiva, le fondamenta della terra non possono vacillare se rimane ferma la fede, la vera saggezza».

di Giacomo Campanile
redazione@vivereroma.org

http://www.vivereroma.org/index.php?page=articolo&articolo_id=265336

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