17 Febbraio 2016

LIBERTÀ E RELIGIONE. MARZO 2016

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 12:51

lobertàlode

Le 10 regole del controllo sociale

LA LIBERTÀ ESISTE?

« La libertà (…) non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto. »

(Marco Tullio Cicerone, De re publica, Libro II, Paragrafo 23)

Per libertà s’intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni.


Riguardo all’ambito in cui si opera la libera scelta si parla di libertà morale, giuridica, economica, politica, di pensiero, libertà metafisica, religiosa.

 

assenza di sottomissione, di schiavitù

IL FATO

La libertà in senso religioso era implicitamente negata in quanto riferita alla ineluttabilità del concetto di fato come ordine causale universale e necessitato a cui tutti erano sottoposti, compresi gli dei.

La libertà dell’uomo consisteva allora nella libera accettazione del proprio destino e nell’obbedienza al principio dell’equilibrio e dell’armonia universale

Il pensiero cristiano

La teologia cristiana modificò ampiamente la concezione classica della libertà rapportandola non più alla libertà politica e alla libertà personale ma contrapponendola a quella schiavitù interiore derivante dal peccato originale di Adamo.

Nasce il problema di stabilire quale rapporto ci sia tra la libertà umana – si introduce la concezione del libero arbitrio – e l’intervento decisivo della grazia divina

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Leggete queste straordinarie parole di Günther Anders, datate 1956, e ditemi cosa vi fanno pensare…

“Per soffocare in anticipo ogni rivolta,

non bisogna essere violenti.

I metodi del genere di Hitler sono superati.

Basta creare un condizionamento collettivo così potente

che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno
più alla mente degli uomini.

L’ ideale sarebbe quello
di formattare gli individui
fin dalla nascita

limitando le loro
abilità biologiche innate.

In secondo luogo,
si continuerebbe il condizionamento
riducendo drasticamente l’istruzione,

per
riportarla ad una forma di inserimento professionale.

Un individuo ignorante
ha solo un orizzonte
di pensiero limitato

e più il suo pensiero è limitato
a preoccupazioni mediocri,

meno può rivoltarsi.

Bisogna fare in modo
che l’accesso al sapere diventi sempre
più difficile e elitario.

Il divario tra il popolo
e la scienza,

che l’informazione
destinata al grande pubblico

sia anestetizzata
da qualsiasi contenuto sovversivo.

Niente filosofia.

Anche in questo caso bisogna usare
la persuasione
e non la violenza diretta:

si diffonderanno massicciamente,
attraverso la televisione,

divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo.

Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso.

E’ buono,
in chiacchiere
e musica incessante,
impedire allo spirito di pensare.

Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani.

Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio.

In generale si farà in modo di bandire
la serietà dell’esistenza,

di ridicolizzare tutto ciò
che ha un valore elevato,

di mantenere una costante apologia della leggerezza;

in modo che l’euforia della pubblicità
diventi lo standard
della felicità umana.

E il modello della libertà.

Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione,

che l’unica paura,
che dovrà essere mantenuta,

sarà quella di essere esclusi dal sistema
e quindi di non poter
più accedere alle condizioni necessarie alla felicità.

L’ uomo di massa,
così prodotto,
deve essere trattato
come quello che è:
un vitello,

e deve essere monitorato come deve essere un gregge.

Tutto cio’ che permette
di far addormentare
la sua lucidità
e’ un bene sociale,

il che metterebbe
a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato,

Ogni dottrina che mette
in discussione il sistema deve prima essere
designata come
sovversiva e terrorista

e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali. “

Günther Anders, “L’uomo è antiquato”, 1956

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