4 Ottobre 2013

PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO.

Filed under: LEZIONE,Teologia — giacomo.campanile @ 11:52

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San Tommaso d’Aquino

Le vie che portano alla conoscenza di Dio

31 Creato a immagine di Dio, chiamato a conoscere e ad amare Dio, l’uomo che cerca Dio scopre alcune « vie » per arrivare alla conoscenza di Dio. Vengono anche chiamate « prove dell’esistenza di Dio », non nel senso delle prove ricercate nel campo delle scienze naturali, ma nel senso di « argomenti convergenti e convincenti » che permettono di raggiungere vere certezze.

Queste « vie » per avvicinarsi a Dio hanno come punto di partenza la creazione: il mondo materiale e la persona umana.

35 L’uomo ha facoltà che lo rendono capace di conoscere l’esistenza di un Dio personale. Ma perché l’uomo possa entrare nella sua intimità, Dio ha voluto rivelarsi a lui e donargli la grazia di poter accogliere questa rivelazione nella fede. Tuttavia, le prove dell’esistenza di Dio possono disporre alla fede ed aiutare a constatare che questa non si oppone alla ragione umana.

37 Tuttavia, nelle condizioni storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio con la sola luce della ragione.

« Infatti, sebbene la ragione umana, per dirla semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la sua provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti che intercorrono tra gli uomini e Dio trascendono assolutamente l’ordine delle cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita, esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti, nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto l’influsso dei sensi e dell’immaginazione ed anche a causa delle tendenze malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi non vorrebbero che fosse vero ».41

47 La Chiesa insegna che il Dio unico e vero, nostro Creatore e Signore, può essere conosciuto con certezza attraverso le sue opere, grazie alla luce naturale della ragione umana.47

40) Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, c. 2: DS 3004; cf Ibid., De Revelatione, canone 2: DS 3026; Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 6: AAS 58 (1966) 819.

(41) Pio XII, Lett. enc. Humani generis: DS 3875.

(42) Ibid.: DS 38

www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c1_it.htm

Ludwig Feuerbach e la critica della Religione. Lezione gennaio 2020

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:36

Ludwig Andreas Feuerbach (Landshut, 28 luglio 1804 – Rechenberg, 13 settembre 1872) è stato un filosofo tedesco tra i più influenti critici della religione ed esponente della sinistra hegeliana.

 

Opere principali

Das Wesen des Christentums (Essenza del cristianesimo), Lipsia 1841; II ed. 1843; III ed. 1848; IV ed. 1849; V ed. 1883

Grundsätze der Philosophie der Zukunft (Principi della filosofia dell’avvenire), Zürich und Winterthur, 1843

Das Wesen der Religion (Essenza della religione), Lipsia 1846

Theogonie, nach den Quellen des classischen hebräischen und christlichen Althertums (Teogonia secondo le fonti dell’antichità classica, ebraica e cristiana), Lipsia 1857

 

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CORAGGIO. LEZIONE NOVEMBRE 2019

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:35

Il coraggio e alcuni personaggi. Davide, Giovanna d’Arco

Forza d’animo, o confortata dall’altrui esempio, che permette di affrontare, subire situazioni scabrose, difficili, avvilenti, e anche la morte.

Forza d’animo nel sopportare con serenità e rassegnazione

DAVIDE E GOLIA

La storia del pastorello Davide che, armato di una semplice fionda, uccide Golia, il temibile gigante dei Filistei in guerra con il popolo di Israele, è uno degli episodi più famosi della Bibbia. Simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla bruta violenza, la vicenda ha ispirato numerosi capolavori artistici

La narrazione biblica. La storia di Davide e Golia è narrata nella Bibbia. Si svolge intorno al 1000 a.C. e ha come sfondo la guerra tra i Filistei e il popolo di Israele guidato dal re Saul.

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MICHELANGELO 1504

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Caravaggio illustra l’episodio biblico  nel 1606, pone in primo piano la testa mozzata e il viso stravolto dal dolore di Golia, al quale il pittore presta le sue fattezze (è infatti quasi certo che si tratta di un autoritratto).

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Gian Lorenzo Bernini il cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, già nel maggio 1624 poté collocare il David  al piano terra della propria villa presso porta Pinciana, oggi sede della galleria Borghese.

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GIOVANNA D’ARCO

Fede e coraggio: Giovanna d’Arco, la santa vergine guerriera

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LEONARDO

BERNINI

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5 A. Programma di Religione svolto classe 5 A. anno 2013-14. Liceo Montale

Filed under: Senza Categoria — giacomo.campanile @ 07:34

Settembre
Questionario di religione. Religione e musica, inno del Montale

Ottobre
Vita e messaggio di S. Francesco d’Assisi.

Film. La mia fedele compagna (2008). Disabilita e opportunità.

3 Ottobre 2013

Gesuiti. Storia e missione

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 12:42

Religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù (Societas Iesu), ordine di chierici regolari fondato da s. Ignazio di Loyola.

Gli inizi della Compagnia risalgono al 1534 quando s. Ignazio con P. Fabro, Francesco Saverio, D. LaínezA. Salmerón, S. Rodríguez, N. Bobadilla, gettò a Parigi le prime basi della futura Compagnia, facendo voto di servire Dio in castità e povertà volontaria e di recarsi in Terra Santa. Ordinati sacerdoti (1537), in attesa di poter andare in Palestina, il gruppo di giovani, con nuovi proseliti, predicò in varie città italiane; poi, svanita ogni possibilità del viaggio, si riunirono a Roma per mettersi agli ordini del papa (1538). Decisero quindi di perpetuare la società, abbozzando un sommario ordinamento, che, approvato verbalmente da Paolo III a Tivoli, fu confermato mediante la bolla Regimini militantis (1540), onde ebbe esistenza giuridica di ordine religioso.

Primo generale ne fu lo stesso s. Ignazio (1541-56), il quale stese (1547-50) le Costituzioni dell’ordine, pubblicate poi dalla prima Congregazione generale (1558). Queste formano la base della legislazione gesuitica. Fine primario dell’istituto è la maggior gloria di Dio (donde il motto ad Maiorem Dei Gloriam), attendendo alla perfezione dell’anima propria e altrui (con un’ascetica imperniata sugli Esercizi spirituali del fondatore e sulla perfetta obbedienza), e al ministero sacerdotale. I sacerdoti professi ai tre voti soliti aggiungono quello di obbedienza speciale al papa rispetto alle missioni alle quali volesse assegnarli.

La diffusione dell’ordine fu rapida e straordinariamente vigorosa la sua azione nei diversi paesi. Alla morte di s. Ignazio (1556), contava più di 1000 religiosi con circa 100 tra collegi e altre case sparsi in 12 province, in Europa, in Africa, nelle Indie e nell’America Meridionale. A s. Ignazio (che aveva promosso a Roma il Collegio Romano, 1551, e il Collegio Germanico, 1552) successe come generale D. Laínez (1556-65), poi s. Francesco Borgia (1565-72), indi É. Mercurian, belga (1573-80), e dopo di lui C. Acquaviva, italiano (1581-1615), che promulgò (1599), tra l’altro, la Ratio studiorum. Intanto g. insigni (G. Salmerón, J. de MaldonadoF. Toledo, F. Suárez, T. SánchezL. de MolinaR. BellarminoM. Ricci ecc.) si segnalavano nel campo letterario e scientifico.

Molina, con il libro Concordia liberi arbitrii cum gratiae donis (1588), diede origine alla controversia sull’efficacia della grazia, dibattuta tra domenicani e g., e conclusa sotto Paolo V (1607), lasciando a ognuna delle parti libertà di difendere la propria opinione. Nuove violente polemiche nacquero, sotto il generalato di G.P. Oliva (1664-82), attorno al quietismo di M. de Molinos, sostenuto in principio dallo stesso papa Innocenzo XI contro le confutazioni dei g., tra cui celebri quelle di P. Segneri, attorno alla questione delle regalie con Luigi XIV e sulle libertà della chiesa gallicana, nelle quali alcuni g. francesi (L. MaimbourgF. de La Chaise) presero le parti del re, provocando l’ira del papa contro la Compagnia. Sotto il governo del fiorentino L. Ricci (1758-73), diciassettesimo generale, le corti cattoliche dell’Europa, avverse all’azione svolta dai g. a favore delle popolazioni delle colonie americane, inflissero alla Compagnia la più fiera persecuzione della sua storia: scacciata prima dal Portogallo (1759), sciolta in Francia (1764), espulsa dalla Spagna e dalle due Sicilie (1767), da Malta e da Parma (1768), si vide alla fine universalmente soppressa da Clemente XIV nel 1773; Ricci fu rinchiuso in Castel S. Angelo, dove morì nel 1775. I g. dispersi diedero qua e là origine a varie associazioni di zelanti sacerdoti (Padri della Fede, Amicizia cattolica ecc.), che ne continuarono le tradizioni; alcuni collegi gesuitici seguitarono a sussistere (in Prussia e in Bielorussia), finché nel 1814 Pio VII ristabilì la Compagnia nel suo stato primitivo.

La ripresa fu rapidissima e la sua estensione, le sue iniziative missionarie, culturali ecc., superarono presto quelle anteriori alla soppressione, nonostante le ostilità cui andò soggetta, soprattutto in Italia e nella Penisola Iberica.

Attualmente la Compagnia di Gesù conta più di 20.000 religiosi divisi in 112 nazioni; cura numerosissime istituzioni educative e scientifiche (fra le quali alcune di fama mondiale, come l’università Gregoriana, l’Istituto biblico e quello orientale a Roma; università negli Stati Uniti e in Asia, la Specola Vaticana ecc.) e pubblica numerose riviste di cultura generale o specialistica (in Italia, La Civiltà cattolicaGregorianumArchivum historicum S.I.; in Francia, Études; in BelgioAnalecta Bollandiana ecc.). Tra i ministeri propri della Compagnia vanno soprattutto ricordati l’educazione della gioventù, la formazione del clero e dei religiosi, la predicazione degli esercizi spirituali, l’attività missionaria ed ecumenica, l’impegno per la giustizia sociale a favore dei più poveri, l’uso dei mass media (ai g. è affidata, fin dalla fondazione nel 1931, la Radio Vaticana).

Silence (film 2016).

la religione fondata da Zarathustra (Zoroastro). Mazdeismo, parsismo.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 11:26

ZOROASTRISMO PARSISMO.

Zoroastrismo breve video

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È la religione fondata da Zarathustra (Zoroastro), altrimenti detta mazdeismo dal nome della divinità suprema, Ahura Mazda, o anche parsismo, dal nome dei Parsi, i rappresentanti attuali dello zoroastrismo in India .

La dottrina. – Lo zoroastrismo è una religione salvifica.

 

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I parsi: gli eredi indiani di Zarathustra

 

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LO ZOROASTRISMO: LA RELIGIONE PIÙ ANTICA DEL MONDO

Lo Zoroastrismo, detto anche Mazdeismo, che significa “Buona Religione”, fu fondato infatti tra gli inizi del I millennio e la prima metà del VI secolo a.C. in una regione del mondo iranico orientale. L’iniziatore era un sacerdote politeista chiamato Zoroastro – da cui il nome del culto che istituì – ma oggi meglio conosciuto come Zarathustra. L’uomo decise un giorno, per qualche motivo sconosciuto al mondo, di rinnegare la fede alla quale aveva dedicato tutta la vita per votarsi ad un Dio nuovo e “Supremo”, Ahura Mazdā (il Saggio Signore), della cui parola si faceva portatore. Diede così origine ad una religione monoteista che però articolò attraverso una prospettiva dualistica.

Il dualismo zoroastriano è di tipo metafisico poiché l’opposizione non è tra spirito e materia ma tra due spiriti: da una parte si trova Mazda, Dio supremo e massima espressione del bene; dall’altro Mainyu, lo spirito malvagio creatore del male. Quest’ultimo ha un potere parallelo ma di segno contrario rispetto all’intelligenza benigna, perché genera la “non-vita”.

Al dualismo ontologico – ovvero che riguarda la sfera dell’essere – corrisponde poi un dualismo etico: l’uomo può scegliere chi dei due seguire. E’ dunque in seno allo Zoroastrismo che è stato lanciato all’umanità il primo esempio riuscito della guerra di tutti i tempi, quella tra il Bene e il Male! Sebbene Mainyu è destinato ad essere sconfitto, infatti, la vita del singolo e della comunità viene scandita da una quotidiana lotta interiore tra le due forze. Tutto ciò che vive tra l’altro lo fa in una duplice esistenza, attraverso una creazione ideale (menog) e una realtà concreta (geting).

Lo stesso ordine universale segue, secondo Zaroastro, le vicende si rivalità tra i due spiriti: separati in una fase iniziale sarebbero stati costretti alla mescolanza a causa dell’assalto del Male alle creazioni del Bene e sicura appare una separazione conclusiva con la sconfitta dello Spirito maligno.

Mazda è aiutato da sei entità nella sua continua contesa con il nemico: fuoco, acqua, metallo, terra, piante, bovini. Simbolicamente esse rappresentano altrettante virtù: verità, integrità, potere, devozione, immortalità, buon pensiero. Dal canto suo Mainyu si carica dei difetti umani: ignoranza, invidia, brama di potere, menzogna. Gli si attribuisce anche la capacità di conoscere l’avvenire ma solo per quanto riguarda le conseguenze che comporta, senza le cause.

Come da protocollo non possono mancare le schiere di angeli come esercito dello spirito benigno e di demoni per quello maligno!

Le fonti della religione più antica del mondo costituiscono tuttavia un rompicapo per la filologia iranica, perché sono piuttosto recenti. L’Avesta, il libro sacro dello Zoroastrismo, risale infatti al IX secolo d.C., quando venne evidentemente messo per iscritto dopo essere stato tramandato oralmente per molti secoli. La lingua utilizzata è l’avestico – dal quale prende il nome il testo – di matrice antico iranica. Anche essa, d’altro canto, contribuisce a creare un’atmosfera di devozione arcaica e intrappolata nel tempo attorno allo Zoroastrismo.

Dietro la religione più antica del mondo si nasconde poi una leggenda particolare e accattivante: quella del fuoco di Zarathustra. Il culto degli zoroastriani ha infatti luogo nel “Tempio del fuoco” un edificio di pianta quadrata con al centro una piattaforma di pietra che funge da piedistallo ad un urna di metallo, nella quale arde una fiamma alimentata dai sacerdoti-guardiani durante tutto il giorno e la notte. Essa simboleggia la presenza divina e viene usata per rituali complessi di purificazione. I templi dello Zoroastrismo sono in tutto otto, il più antico dei quali si trova ad Udvada (India) e pare bruciare ininterrottamente da più di mille anni!

“Zarathustra e l’innovazione religiosa dello zoroastrismo”, Antonio Panaino alla San Carlo Eventi a Modena

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Magia e Religione. Lezione febbraio 2020

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 10:55

Presunta capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso ad arti occulte di natura malefica ( m. nera ) o benefica ( m. bianca ); in origine, la dottrina dei magi persiani.

«L’incompatibilità tra la fede in Cristo e la magia» è stata ribadita dal Papa Francesco.

Nella maggior parte delle culture antiche e moderne, fin dagli albori della civiltà, sono esistite credenze e pratiche magiche, con caratteristiche sostanzialmente simili anche se formalmente diverse, tipiche non solo dell’occultismo e della stregoneria, ma che formavano un unicum con la scienza e la religione.

In Mesopotamia, nelle culture sumera, accadica e caldea, come anche in Persia, la terra d’origine dei Magi, si trovano numerose attestazioni di rituali di magia cerimoniale. Tutte le fonti antiche riportano esempi di pratiche magiche, come:

l’utilizzo di “parole magiche” che hanno il potere di comandare gli spiriti;
l’uso di bacchette ed altri oggetti rituali;
il ricorso a un cerchio magico per difendere il mago contro gli spiriti invocati;
l’utilizzo di simboli misteriosi o sigilli per invocare gli spiriti;
l’uso di amuleti che rappresentano l’immagine del demone per esorcizzarlo.
Comunque il più grande apporto culturale del Medio Oriente consisté nell’astrologia: l’osservazione degli astri era non solo magicamente inscindibile dal computo del tempo, ma anche strettamente legata ad ogni evento naturale.

In Grecia fu Erodoto a coniare il termine “mago” per indicare un sacerdote di una tribù della Persia antica.

Isidoro da Siviglia e più tardi Ugo da San Vittore, accomunavano la magia all’idolatria, in quanto scienza conferita dai demoni. È nel XIII secolo con Guglielmo d’Alvernia e Alberto Magno, che s’iniziò a porre l’accento sulla categoria della magia naturale, che tanta fortuna ebbe nei secoli immediatamente successivi.

Dante Alighieri condanna maghi ed indovini nella quarta bolgia dell’ottavo girone infernale (Inferno – Canto ventesimo).

L’inizio di questa rivoluzione magica può essere considerata l’opera di traduzione che alcuni umanisti, il più importante dei quali fu Marsilio Ficino, fecero delle quattordici opere che formavano il cosiddetto Corpus Hermeticum, degli Oracoli caldaici e degli Inni orfici. Queste opere, attribuite dagli studiosi rinascimentali rispettivamente ad Ermes Trismegisto, Zoroastro ed Orfeo, erano in realtà raccolte di testi nate in età imperiale romana, che combinavano elementi neoplatonici, concetti ricavati dal Cristianesimo, dottrine magico-teurgiche e forme di gnosi mistico-magica.

Nel Rinascimento, sul substrato colto di dottrine neoplatoniche, neopitagoriche ed ermetiche si incardinò la riflessione speculativa magico-astrologica-alchemica, arricchita da idee derivanti dalla Cabala ebraica, come testimoniano emblematicamente le figure di Pico della Mirandola e Giordano Bruno

Il compendio forse più interessante per la magia rinascimentale è il De occulta philosophia di Cornelio Agrippa von Nettesheim. In questa opera il medico, astrologo, filosofo e alchimista tedesco definisce la magia “la scienza più perfetta“, e la divide in tre tipi: naturale, celeste e cerimoniale, dove i primi due rappresentano la magia bianca, ed il terzo quella nera o necromantica.

Proprio mentre la tradizione magica è al suo culmine, nel XVII secolo s’iniziano a vedere le avvisaglie di una nuova polemica contro la cultura magico-alchimistica, che caratterizzerà maggiormente il Secolo dei Lumi.

Il precursore della condanna delle varie dottrine magiche in nome del sapere scientifico è da considerarsi Francesco Bacone. A partire da questo momento la magia inizierà un lento declino, favorito da pensatori come Cartesio e Hobbes e dallo sviluppo delle correnti filosofiche del meccanicismo, del razionalismo e dell’empirismo.

Nel XVIII secolo, con l’avvento dell’Illuminismo, la magia, definitivamente sconfitta nell’ambito della cultura dominante, venne relegata in una specie di limbo, nel quale tuttavia riuscì in qualche modo a sopravvivere, nell’ambito di correnti sotterranee rosacrociane e di alcuni settori della nuova massoneria.

Nel Settecento Johann Wolfgang Goethe rappresenta il protagonista del suo poema Faust come un erudito dottore che ha deciso di dedicarsi alle arti magiche, essendo rimasto deluso e annoiato della vita dopo aver invano cercato di penetrare i misteri dell’universo:

(Tedesco)«Habe nun, ach! Philosophie, / Juristerei und Medizin, / Und leider auch Theologie / Durchaus studiert, mit heißem Bemühn. / Da steh ich nun, ich armer Tor! / Und bin so klug als wie zuvor; / Heiße Magister, heiße Doktor gar, / […] und sehe, daß wir nichts wissen können! / […] Drum hab ich mich der Magie ergeben, / Ob mir durch Geistes Kraft und Mund / Nicht manch Geheimnis würde kund.»
(IT)«Filosofia ho studiato, diritto e medicina, e purtroppo teologia, da capo a fondo, con tutte le mie forze. Adesso eccomi qui, povero illuso, e sono intelligente quanto prima! Mi chiamano magister, mi chiamano dottore, […] e nulla, vedo, ci è dato sapere! Per questo mi sono dato alla magia, se mai per forza e bocca dello spirito qualche segreto mi si palesasse.[10]»
(Dal Faust di Goethe, prima parte, monologo iniziale, vv. 354-381)

Dopo l’epoca del Romanticismo, che recuperò i valori della spiritualità, dell’arte e dell’immaginazione, la seconda metà del XIX secolo è caratterizzata da un rinnovato interesse nei confronti dell’occultismo e dell’esoterismo magico.

Il panorama della magia dei nostri giorni è molto variegato e di difficile analisi sistematica, soprattutto a causa del coacervo sincretistico che caratterizza la maggior parte delle odierne dottrine magiche, esoteriche e occultistiche. In genere il substrato comune è costituito da alcune dottrine che si riallacciano alle tradizioni neoplatoniche, gnostiche, ermetiche, cabalistiche, astrologiche, alchimistiche e mitologiche antiche, sebbene connotate dall’esigenza di riadattarle all’età moderna come nel caso dell’antroposofia.

Sono nate tutta una serie di associazioni e gruppi esoterici, più o meno influenzati dalle nuove correnti della New Age, della Wicca, della Stregoneria Tradizionale e del Neopaganesimo.

la magia bianca, destinata alla lunga ad avere la meglio, perché contribuisce al perfezionamento e alla santificazione della creazione, che è di per sé ontologicamente buona;
la magia nera, dagli effetti più rapidi e immediati, ma che comporta la progressiva perdita dei poteri stessi del mago, soggetto a diventare vittima delle sue brame demoniache.

I sacerdoti persiani, ad esempio, o gli autori dei grimori, sapevano propiziarsi non solo gli spiriti più elevati a fini benefici, ma anche quelli malefici per rivolgere eventuali calamità contro i propri nemici.

Nei casi in cui il mago, durante una pratica cerimoniale, ricorra all’intervento di un’entità soprannaturale, a seconda della natura di quest’ultima si entra nei campi della negromanzia, dello spiritismo e della demonologia, mentre l’arte di evocare o invocare potenze sovrumane benefiche (angeli, divinità, spiriti elementali ecc.) è più propriamente chiamata teurgia.

La stregoneria è generalmente associata alla magia nera

«Alta Magia», detta anche magia cerimoniale, la quale ricorre in genere a quattro operazioni fondamentali

la consacrazione di oggetti per conferire loro un potere;
l’esorcismo o esecrazione per costringere forze malefiche ad abbandonare persone o cose;
l’invocazione ovvero una preghiera o una richiesta rivolta a un genio benefico;
l’evocazione di entità superiori affinché si manifestino.

Il rapporto con la religione
Secondo alcuni anche la Magia si può in un certo senso considerare religione.

La magia è concettualmente diversa dalla religione? Nella magia l’uomo cerca di far sì che la divinità faccia ciò che l’uomo vuole, o è nella religione, che di solito l’uomo cerca di fare ciò che la divinità vuole?

Probabilmente entrambe si pongono di fronte al mistero della creazione e della esistenza di uno o più esseri divini o creatori ma essendo spesso confusa la parola magia con setta occulta, viene considerata spesso solo nell’accezione negativa, cioè quella in cui si cerca di risolvere problemi terreni (denaro, amore, successo) con una pozione o formula ed essere felici senza sforzi, come per magia. «La magia riguarda la sfera pratica dell’agire, conscio o inconscio che sia» si sente dire come non ci fosse nulla di spirituale, solo formule ripetute a memoria, ma al contrario molti si avvicinano alla magia spinti dal desiderio di capire, di conoscere, ciò che ci è oscuro e occulto, spinti dalla curiosità.

A seconda dell’uso che se ne fa, viene distinta in magia bianca, magia rossa o magia nera.

L’unione tra magia e religione è rappresentata dalla medianità, ossia da una forma di esoterismo che esula dai comuni maghi e stregoni e si propone, attraverso l’azione di un Medium e l’evocazione di entità superiori di sommo livello, d’intervenire unicamente in magia positiva per recare beneficio ad un individuo.

Chi opera per il flusso regolare della natura e per districare le situazioni riguardanti le persone attua magia bianca (alcuni esempi riguardano togliere negatività e malefici quali fatture e malocchio, oppure propiziare la fortuna, gli affari e la riuscita personale) o magia rossa (in caso di legamenti d’amore e ritorni d’amore, legature e fatture d’amore e rituali d’amore per risolvere questioni sentimentali). Chi, al contrario, tende a dividere, creare conflitti, imporre il proprio volere ad altri, in maniera palese oppure occulta, e perciò tende a distorcere il normale corso degli eventi, attua magia nera.

Circa il rapporto con la religione appare fondamentale ricordare il contributo alla definizione di magia fornito dallo studioso italiano di antropologia religiosa e di storia delle religioni Alfonso Maria Di Nola, secondo il quale la magia si distingue dal fenomeno religioso “per la sua efficacia automatica, per la sua destinazione utile immediata e per l’attitudine a dominare o controllare la realtà”. Nella magia dunque si realizzerebbe una volontà di dominio o controllo della realtà attraverso il dominio e il controllo del sovrannaturale, e quindi un sostanziale ribaltamento della prospettiva religiosa in cui l’uomo si riconosce dipendente dal sovrannaturale.

Torino: esoterismo, satanismo e triangoli magici

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Massoneria e occultimo.

La prima loggia massonica col nome di “Fidelitas” sul territorio italico, fu fondata a Grifalco in Calabria. Ma da quel lontano 1723 l’espansione dei suoi adepti è arrivata ad oltre 35.000 membri italiani della massoneria. La più grande ‘obbedienza’ e’ il Grande Oriente d’Italia (21.000 membri), seguita dalla Gran Loggia degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori – che, a differenza del Grande Oriente, ammette anche le donne – con 7.500 e dalla Gran Loggia Regolare d’Italia, l’unica riconosciuta dalla casa madre di Londra con 3.000. Ci sono poi decine di gruppi minori, tra cui alcuni riservati alle sole donne. Solo nel territorio Laziale sono presenti 66 loggie. Cinquantotto di esse sono presenti solo nella Capitale romana. Dato che fa intendere come la Massoneria sembri essersi insediata alla perfezione.

Da sempre infatti Roma è nota per nascondere in sé due anime: una aperta e luminosa. L’altra più sotterranea, occulta ed esoterica. Esoterica come i nomi di alcune logge disseminate per la Capitale

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Il manicheismo. LEZIONE FEBBRAIO 2020

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 10:49

Religione fondata in Persia da Mani nel 3° sec. d.C.

Il manicheismo concepiva tutto l’esistente come espressione di una lotta perenne tra due principi opposti (dualismo manicheo): il bene, la luce, lo spirito, Dio, in contrasto con il male, le tenebre, la materia, lo spirito demoniaco, Satana.

Religione fondata in Persia da Mani nel 3° sec. d.C. Il manicheismo concepiva tutto l’esistente come espressione di una lotta perenne tra due principi opposti (dualismo manicheo): il bene, la luce, lo spirito, Dio, in contrasto con il male, le tenebre, la materia, lo spirito demoniaco, Satana

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Coronavirus, morale e religione. Emergenza mondiale.

Filed under: LEZIONI DI RELIGIONE — giacomo.campanile @ 10:44

L'immagine può contenere: il seguente testo "«Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della Lode e gioia"

Ecco le regole che Dio vuole per combattere il virus dell’egoismo.
Is 1,10.16-20
Imparate a fare il bene, cercate la giustizia.

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato».

Parola di Dio

 

Coronavirus e castighi divini. Quando la religione diventa superstizione

Attribuire l’epidemia a una volontà di punizione da parte di Dio è una forma di paganesimo che ricrea caste di salvati ed esclusi dalla salvezza

Quanto più il coronavirus si rivela in tutta la sua serissima pericolosità, tanto più le religioni divengono superstizioni. Era accaduto al tempo del terremoto di Amatrice, vale oggi per l’epidemia che viene da Wuhan. Vale per i preti cattolici ma vale anche per i musulmani.

Non più di qualche giorno fa sulla pagina Facebook “Siamo fieri di essere musulmani” era tutto un inneggiare ad Allah che sta punendo i cinesi per le loro atrocità.

Un cristiano sa che attribuire ad una punizione divina la diffusione del coronavirus fa male alla fede perché la declassa a una pratica superstiziosa con un dio più simile alle capricciose divinità pagane che al Dio dei cristiani. Quando gli apostoli incontrano un cieco chiedono a Gesù: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» e il Signore risponde «Né lui ha peccato né i suoi genitori» (Gv 9, 1-3). Il vangelo insegna costantemente che Dio Padre “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). È possibile morire disidrati in un deserto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del terremoto sia se si è buoni sia se si è cattivi, è possibile essere vittime del coronavirus sia se si è buoni sia se si è cattivi, questo è il cristianesimo.

Pensare che malattia e morte siano strumenti di punizione o premio è semplicemente un paganesimo che ricrea caste di salvati ed esclusi dalla salvezza. Ma Gesù è venuto a curare questa esclusione. È venuto a dire, con scandalo dei contemporanei, che lebbrosi, ciechi e paralitici dovevano essere riammessi di nuovo in quella società che li aveva considerati macchiati da una tara.

Se il comunismo cinese manca in modo aberrante di tutelare i diritti umani oltre che quelli della fede, non lo si combatte con un terrorismo da caccia alle streghe, ma con un approccio razionale che insiste sul dovere della scienza di fare il suo lavoro e sul fatto che il rispetto del senso religioso è prima di tutto un fondamentale diritto dell’uomo. Nessun virus è uno strumento della punizione di Dio e, mentre speriamo che la scienza trovi un vaccino contro il virus, altrettanto auspichiamo di sviluppare anticorpi contro il fideismo, la superstizione e atteggiamenti che nulla hanno a che fare con la fede dei figli di Dio Padre.

La storia delle religioni ci dice che la fede che è superstizione impedisce la fraternità perché spinge a vedere nella fragilità del prossimo non un motivo di aiuto, di vicinanza e di fraternità ma un motivo di giudizio, di sospetto e di divisione. E questo è il peggior frutto velenoso che possa produrre l’ assurda associazione tra l’azione di Dio e la diffusione di una malattia.

“L’improvviso aumento di casi” di Coronavirus “in Italia, Iran e Corea è preoccupante”. Ma “c’è molta speculazione sul fatto che questo aumento possa indicare che l’epidemia diventi pandemia. Per il momento non vediamo necessità di cambiare definizione”. Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa. “L’Oms ha già dichiarato Covid-19 un’emergenza sanitaria di interesse internazionale – ha ricordato -. La decisione di usare il termine pandemia è basata su una valutazione in corso che si basa sull’analisi della diffusione e della severità del virus e sull’impatto che ha su tutta la società. Per il momento non stiamo vedendo una diffusione”. Il direttore generale dell’Oms avverte, però, che il “Coronavirus potrebbe sicuramente avere un potenziale pandemico”.

 

 

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2 Ottobre 2013

MASSIME OTTOBRE 2013

Filed under: MASSIME — giacomo.campanile @ 18:24

Foto: > Iscriviti alla pagina di Papa Francesco I <
“Come può essere santa una Chiesa fatta di esseri umani, di peccatori? Uomini peccatori, donne peccatrici, sacerdoti peccatori, suore peccatrici, vescovi peccatori, cardinali peccatori, Papa peccatore. Non è santa per i nostri meriti, ma perché Dio la rende santa, è frutto dello Spirito Santo e dei suoi doni. Non siamo noi a farla santa: è Dio, è lo Spirito Santo, che nel suo amore, fa santa la Chiesa!”

(Papa Francesco oggi all’udienza generale 2-10-13)

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